sabato 12 Luglio, 2025
LabParlamento - Quotidiano di analisi e scenari politici
  • Politica
    • Governo
    • Parlamento
  • Economia
  • Giustizia
  • Società
    • Istruzione
    • Cultura
    • Ambiente
    • Sanità
    • Tech
  • Esteri
    • #Ucraina
    • Europa
    • Mondo
  • LabRoma
  • LabParlamento
    • Chi siamo
    • La redazione
    • Contatti
Nessun risultato
Visualizza tutti i risultati
  • Politica
    • Governo
    • Parlamento
  • Economia
  • Giustizia
  • Società
    • Istruzione
    • Cultura
    • Ambiente
    • Sanità
    • Tech
  • Esteri
    • #Ucraina
    • Europa
    • Mondo
  • LabRoma
  • LabParlamento
    • Chi siamo
    • La redazione
    • Contatti
Nessun risultato
Visualizza tutti i risultati
LabParlamento - Quotidiano di analisi e scenari politici
Nessun risultato
Visualizza tutti i risultati
Home Esteri

Il Tibet e la sparizione della sua lingua

Redazione LabParlamento di Redazione LabParlamento
29 Agosto 2021 10:10
in Esteri
Tempo di lettura: 4 minuti
A A
Il Tibet e la sparizione della sua lingua
Condividi su TwitterCondividi su FacebookCondividi su WhatsappCondividi su Linkedin

*A cura di Claudio Cardelli 

In Tibet lo sviluppo del turismo interno sta raggiungendo livelli parossistici. Quest’anno si prevedono oltre quaranta milioni di turisti cinesi che a bordo di giganteschi fuori strada e bus super tecnologici percorrono sciamando in lungo e in largo quello che considerano, erroneamente, il loro Far West conquistato da sempre. 

Altri articoli interessanti

I dazi e il nuovo ordine mondiale. Ecco perché l’Italia e l’Ue devono trattare con Trump per arginare lo squalo cinese

Il Dragone cinese lancia la sfida sull’Intelligenza Artificiale

Mentre guidi l’auto ti ascolta (e riferisce tutto a Pechino)

Nel 1987 ho avuto modo di visitare il Tibet appena aperto al turismo erano ancora ben visibile tutte le tracce delle devastazioni della rivoluzione culturale: oltre seimila monasteri e templi distrutti; diciotto anni dopo, nel 2004, ci tornai quando la sinizzazione forzata procedeva implacabile e aveva già completamente stravolto la fisionomia del paese. La sinizzazione del Tibet è un processo scientifico e calcolato composto da diversi efficaci strumenti messi in atto dal regime cinese. 

In primis l’importazione di milioni di coloni cinesi che da tempo hanno superato la popolazione tibetana autoctona; la distruzione di tutti gli elementi architettonici tradizionali ad eccezione di alcuni templi e monasteri da utilizzare come richiamo turistico e costruzione di nuove imponenti aree urbane in “stile” cinese moderno; l’rbanizzazione forzata dei nomadi, elemento sociale fondamentale del popolo tibetano: il controllo capillare delle attività religiose attraverso la nomina a capo dei monasteri di “reincarnati patriottici” cui i tibetani devono fare riferimento; il boicottaggio della lingua e della scrittura tibetane che costituiscono un tratto importantissimo nella definizione dell’identità di nazione del Tibet. 

In questi ultimi quindici anni oltre 160 tibetani si sono dati fuoco per protestare contro il regime di Pechino. Solo questo può far capire il livello di esasperazione dei tibetani dopo 71 anni di occupazione illegale del loro paese. Una delle ragioni di questa dolorosa e drammatica protesta è appunto il tentativo, ormai portato a termine, di cancellare l’uso della lingua tibetana. 

Per i tibetani è una cosa intollerabile assieme a tutte le altre violazioni dei diritti umani basilari che ogni essere umano dovrebbe avere riconosciuti e che in Tibet sono sistematicamente violati. La reazione delle autorità cinesi a queste proteste conosce una sola direzione: repressione, durezza, ottusità e violenza. 

Questo è il Tibet oggi che i cinesi continuano a propagandare come un paradiso di sviluppo e armonia. Sembrerebbe inutile porre l’accento su cosa significhi privare un popolo della sua lingua madre. Ma proviamo a pensarci per un attimo. Immaginiamoci la nostra Italia, il suo mondo e la sua storia, i suoi emblemi dell’arte, della religione, dell’architettura.

Ad un certo punto arriva un popolo alieno, potente e violento che ci invade e distrugge la quasi totalità delle nostre vestigia; e che ci obbliga ad imparare un’altra lingua, incomprensibile, e che tutta la nostra segnaletica, gli elenchi del telefono, la modulistica degli uffici o le insegne dei negozi vengono sostituiti con dei segni misteriosi, illeggibili. 

Immaginiamo che i nostri figli incomincino a parlare fra loro in questa specie di ostrogoto, mentre i nostri vecchi rimangono sempre più isolati per la difficoltà di apprendimento e il rifiuto di adeguarsi al nuovo corso. Questo è quello che succede in Tibet. La sparizione della lingua del Tibet è dunque un progetto scientifico ben studiato da Pechino e che mira alla soluzione finale per il Tetto del Mondo. 

L’antica scrittura sillabica fu portata in Tibet dall’India da Tonmhi Sambhota emissario del re Songtsen Gampo nell’VII secolo. Secondo la tradizione Thonmi Sambhota fu inviato in India per studiare l’arte della scrittura che introdusse poi in Tibet. La forma delle lettere è infatti basata su un alfabeto indiano di quel periodo, i caratteri sono simili a quelli devanagari, ma quale tra i vari presenti all’epoca rimane a tutt’oggi oggetto di controversie.

Ci sono tre sistemi ortografici standardizzati dopo l’adozione della scrittura. Il più importante, utilizzato per la traslitterazione delle scritture buddhiste, fu elaborato nel corso del IX secolo. L’ortografia tibetana non fu più alterata da allora, nonostante i cambiamenti sul piano della lingua parlata. La lingua è uno dei tanti elementi di relazione culturale e religiosa del Tibet con la “sorella” India più che con la Cina. 

Fosco Maraini amava ricordare che se c’era un paese che avrebbe potuto vantare un ipotetico diritto di occupare il Tibet per ragioni culturali e storiche, questo sarebbe stato l’India. 

La lingua tibetana è dunque completamente diversa da quella cinese. Appartiene al ceppo tibeto-birmano, anche se, recentemente, alcuni linguisti hanno coniato il termine “sino – tibetano” Questi cavilli terminologici non intaccano la sostanziale differenza tra il cinese e il tibetano. La lingua cinese è scritta in ideogrammi ed è monosillabica, tonale e senza coniugazioni. La lingua tibetana ha un alfabeto ed è polisillabica. Possiede inflessioni, declinazioni e generi mutuati dal sanscrito e non è semanticamente tonale. 

Il tibetano ha preso alcune parole dal cinese, ma anche dalla lingua indiana, nepalese e mongola. Dopo settant’anni di occupazione, solo pochissimi coloni cinesi parlano il tibetano mentre le giovani generazioni tibetane sono state obbligate ad apprendere il cinese parlato e scritto. 

Nel 2004 sotto le insegne in cinese dei negozi e dei centri commerciali si poteva leggere la piccola scritta in tibetano. Oggi anche questi residui tentativi del regime di “salvare la faccia” sono completamente spariti. 

*Presidente Associazione Italia-Tibet

www.italiatibet.org

Tags: Cinatibet
Articolo precedente

Fake news / Il cioccolato non fa venire l’emicrania ai bambini

Articolo successivo

Vietato studiare. Le studentesse bloccate a Kabul

Redazione LabParlamento

Redazione LabParlamento

LabParlamento Consiglia

I dazi e il nuovo ordine mondiale. Ecco perché l’Italia e l’Ue devono trattare con Trump per arginare lo squalo cinese
Esteri

I dazi e il nuovo ordine mondiale. Ecco perché l’Italia e l’Ue devono trattare con Trump per arginare lo squalo cinese

09 Aprile 2025 10:37
Il Dragone cinese lancia la sfida sull’Intelligenza Artificiale
Mondo

Il Dragone cinese lancia la sfida sull’Intelligenza Artificiale

31 Agosto 2023 21:49
Mentre guidi l’auto ti ascolta (e riferisce tutto a Pechino)
Società

Mentre guidi l’auto ti ascolta (e riferisce tutto a Pechino)

18 Gennaio 2023 06:14
Lotta all’Oppio spirituale: in Cina è guerra ai videogiochi dopo le 10 di sera
Mondo

Lotta all’Oppio spirituale: in Cina è guerra ai videogiochi dopo le 10 di sera

19 Agosto 2022 06:24
Ecco perché il cibo a basso costo non è più sostenibile
Economia

Ecco perché il cibo a basso costo non è più sostenibile

18 Luglio 2022 06:23
Riconoscimento facciale: parte dall’Italia il primo no all’invasione della tecnologia
Società

Il Grande Fratello esiste davvero. E vota comunista

12 Luglio 2022 06:03
Articolo successivo
Vietato studiare. Le studentesse bloccate a Kabul

Vietato studiare. Le studentesse bloccate a Kabul

Il diritto (negato) ad una nazionalità

Il diritto (negato) ad una nazionalità

Le ultime da LabParlamento

Articolo 9: presentato a Roma il nuovo numero della rivista dedicata ad ambiente e sostenibilità

Articolo 9: presentato a Roma il nuovo numero della rivista dedicata ad ambiente e sostenibilità

24 Giugno 2025
L’ASSOCIAZIONE NEGOZI STORICI DI ECCELLENZA DI ROMA LANCIA IL CONCORSO FOTOGRAFICO “ROMA NEI NEGOZI STORICI DI ECCELLENZA”

L’ASSOCIAZIONE NEGOZI STORICI DI ECCELLENZA DI ROMA LANCIA IL CONCORSO FOTOGRAFICO “ROMA NEI NEGOZI STORICI DI ECCELLENZA”

15 Maggio 2025
Regione Lombardia hub per la salute ginecologica delle donne

Regione Lombardia hub per la salute ginecologica delle donne

14 Maggio 2025
SUCCESSO ALLA SAPIENZA PER LA PRESENTAZIONE DEL PROGETTO “DISEGNO + SMARTPHONE = MUSICA”

SUCCESSO ALLA SAPIENZA PER LA PRESENTAZIONE DEL PROGETTO “DISEGNO + SMARTPHONE = MUSICA”

14 Maggio 2025
“Una pace possibile”, il 17 maggio a Rimini l’incontro dedicato alla crisi in Afghanistan 

“Una pace possibile”, il 17 maggio a Rimini l’incontro dedicato alla crisi in Afghanistan 

14 Maggio 2025
NABA, presenta Notes on Becoming – Cartographies, Migrations and the Archive 

NABA, presenta Notes on Becoming – Cartographies, Migrations and the Archive 

7 Maggio 2025
Nucleare: Fare Verde, bene Fratin. sbagliato portare in giro per l’Italia rifiuti radioattivi

Nucleare: Fare Verde, bene Fratin. sbagliato portare in giro per l’Italia rifiuti radioattivi

6 Maggio 2025
Dipartimento giovani di CIU Unionquadri nel “Forum delle forze economiche e sociali giovanili” del CNEL

Dipartimento giovani di CIU Unionquadri nel “Forum delle forze economiche e sociali giovanili” del CNEL

6 Maggio 2025
Sclerosi multipla, Cerveteri sempre più amica di Aism: successo per le Erbe Aromatiche

Sclerosi multipla, Cerveteri sempre più amica di Aism: successo per le Erbe Aromatiche

5 Maggio 2025
Salute, ESEO Italia: al via la campagna 2025 sulle patologie gastrointestinali eosinofile

Salute, ESEO Italia: al via la campagna 2025 sulle patologie gastrointestinali eosinofile

5 Maggio 2025
Scuola: insegnanti allo stremo, istituzioni e sindacati in BURNOUT

Scuola: insegnanti allo stremo, istituzioni e sindacati in BURNOUT

29 Aprile 2025
LUNEDÌ 5 MAGGIO ALLA SAPIENZA IL CONVEGNO “MUSICA E INTELLIGENZA ARTIFICIALE COME STRATEGIA DI INCLUSIONE”

LUNEDÌ 5 MAGGIO ALLA SAPIENZA IL CONVEGNO “MUSICA E INTELLIGENZA ARTIFICIALE COME STRATEGIA DI INCLUSIONE”

28 Aprile 2025
Cinema: il 5 maggio a Roma lo Z-PITCH di NABA premio per storyteller audiovisivo della generazione Z 

Cinema: il 5 maggio a Roma lo Z-PITCH di NABA premio per storyteller audiovisivo della generazione Z 

23 Aprile 2025
MBI Awards of Distinction 2025, premiata l’azienda salentina di Trepuzzi, R.I.Group S.p.A.

MBI Awards of Distinction 2025, premiata l’azienda salentina di Trepuzzi, R.I.Group S.p.A.

15 Aprile 2025
CULTURA: QS WORLD UNIVERSITY RANKING, NABA E’ LA PRIMA ACCADEMIA DELLE BELLE ARTI D’ITALIA

CULTURA: QS WORLD UNIVERSITY RANKING, NABA E’ LA PRIMA ACCADEMIA DELLE BELLE ARTI D’ITALIA

15 Aprile 2025
LabParlamento - Quotidiano di analisi e scenari politici

redazione@labparlamento.it

© 2022 LabParlamento è una testata giornalistica registrata al Tribunale di Roma con autorizzazione n. 3 del 13 gennaio 2021.
Direttore Responsabile: Daniele Piccinin.
Salvo accordi scritti, ogni forma di collaborazione è da considerarsi a titolo gratuito.

Nessun risultato
Visualizza tutti i risultati
  • Politica
    • Governo
    • Parlamento
  • Economia
  • Giustizia
  • Società
    • Istruzione
    • Cultura
    • Ambiente
    • Sanità
    • Tech
  • Esteri
    • #Ucraina
    • Europa
    • Mondo
  • LabRoma
  • LabParlamento
    • Chi siamo
    • La redazione
    • Contatti

© 2022 LabParlamento è una testata giornalistica registrata al Tribunale di Roma con autorizzazione n. 3 del 13 gennaio 2021.
Direttore Responsabile: Daniele Piccinin.
Salvo accordi scritti, ogni forma di collaborazione è da considerarsi a titolo gratuito.

Utilizziamo i cookie per essere sicuri che tu possa avere la migliore esperienza sul nostro sito. Se continui ad utilizzare questo sito noi assumiamo che tu ne sia felice.