Covid / Solo la pace fiscale potrà far ripartire l’Italia
Parallelamente a una riforma fiscale rivoluzionaria non deve mancare una vera pace fiscale per ricostruire il necessario rapporto fiduciario tra Stato e contribuenti e voltare pagina
Parallelamente a una riforma fiscale rivoluzionaria non deve mancare una vera pace fiscale per ricostruire il necessario rapporto fiduciario tra Stato e contribuenti e voltare pagina
L’ultimo rapporto elaborato dall’ISTAT conferma la frenata del PIL e quindi non lascia spazio a soprese.
Oltre 14 milioni di visitatori in meno rispetto a gennaio 2020, pari all’80% di contrazione dei flussi turistici in Italia. A presentare questi dati è una stima dell’Istituto Demoskopika in attesa dei dati ufficiali dell’Istat su base regionale. Il dossier sottolinea che la perdita nel 2020 è stata di oltre 20 miliardi di spesa turistica.
Ora che la fase di preparazione politica del nuovo governo è terminata non risulterà ozioso porre qualche domanda su ciò che verosimilmente ci riserva la sua azione. Tanto più considerando l’intensa attesa di rilancio economico che sembra circondare ogni piccola mossa dell’esecutivo.
Dall’inizio della pandemia il Covid ha tolto dalle tasche delle famiglie italiane 1.650 euro. A fare i conti è uno studio della Confesercenti.
Nonostante i bonus 110 % vadano ad agevolare ed incoraggiare interventi su edifici già esistenti, risultando dunque a “cementificazione zero”, la burocrazia italiana impone regole ferree agli aspiranti beneficiari.
L’anno scorso tra decreti, Dpcm, leggi, ordinanze, delibere, determine e circolari, l’Istituto Poligrafico e la Zecca dello Stato hanno prodotto e diffuso 323 Gazzette Ufficiali a cui si aggiungono 45 Supplementi Ordinari e Straordinari. Complessivamente questi documenti erano costituiti da 31.942 pagine. Se fossero state stampate tutte, il peso raggiunto da questa “slavina” di carta ammonterebbe a 80 chilogrammi. A raccogliere questi dati è l’ufficio studi della Cgia di Mestre.
Un recente studio condotto da PWC (Price Waterhouse Coopers) ha fatto emergere che il settore bancario deve percorrere ancora molta strada per poter ripulire i propri bilanci.