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Home Società

Mentre guidi l’auto ti ascolta (e riferisce tutto a Pechino)

Alessandro Alongi di Alessandro Alongi
18 Gennaio 2023 06:14
in Società, Tech
Tempo di lettura: 3 minuti
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Mentre guidi l’auto ti ascolta (e riferisce tutto a Pechino)
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Meglio di un romanzo fantasy e della più infelice storia orwelliana c’è solo il progetto cinese delle automobili connesse, veicoli “smart” in grado – in un prossimo futuro – di consentire allo Stato la realizzazione di una vastissima rete di sorveglianza grazie alla quale sarà possibile controllare capillarmente il territorio cinese e i suoi abitanti. 

Ovunque ci sarà un’automobile, infatti, e grazie alla tecnologia a bordo dei veicoli di ultima generazione sempre più sofisticata e fatta di microfoni, telecamere e sensori, sarà possibile per il governo cinese intascare dati su quanto avviene per mezzo di tali vetture connesse.

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Dopo la massificazione della tecnologia facciale in grado di riconoscere, schedare e catalogare (grazie a telecamere sparse ovunque) i suoi 1,4 miliardi di abitanti, e dopo il “pedinamento digitale” dei cinesi attraverso Wechat (l’applicazione simil-WhatsApp ma in salsa orientale), adesso il governo di Xi Jinping ha compreso il potenziale delle auto connesse, e potrebbe utilizzare tale tecnologia per raccogliere e collezionare dati, abitudini e luoghi visitati dai propri connazionali e da tutti coloro i quali acquisteranno le auto cinesi “smart”, anche all’estero.

Con la scusa di monitorare i parametri vitali del mezzo (consumi, velocità e altri dati che potrebbero – almeno in linea teorica – avere qualche interesse assicurativo e di sicurezza) il governo cinese è in grado già adesso di conoscere tutto di chi è alla guida, compreso il numero di persone trasportate, i bagagli stivati, la posizione del mezzo e quindi i luoghi maggiormente frequentati ecc.., trasformando la Cina in una grande centrale automobilistica connessa.

Senza contare che, grazie ai sensori vocali istallati all’interno dell’abitacolo (il cui utilizzo fisiologico è finalizzato per impartire i comandi al veicolo stesso) un’ipotetica control room sarebbe in grado di poter ascoltare le conversazioni all’interno e all’esterno della vettura, e le telecamere istallate (ad esempio per favorire le retromarce) possono essere tranquillamente usate per prelevare immagini mentre il veicolo è in transito. 

Ma, dice il proverbio, come si opera si giudica. Ed è per questo che, recentemente, il governo di Pechino ha vietato a militari e impiegati pubblici di utilizzare veicoli Tesla, proprio perché essi sono dotati di una serie di equipaggiamenti tecnologici che – a dire del governo – potrebbero mettere in pericolo la sicurezza dello stato (leggi spionaggio). L’iniziativa fa seguito alla richiesta di ritiro, nel 2020, di 36.000 vetture create da Elon Musk, a cui il governo cinese ha chiesto di sostituire i touch screen presenti a bordo per presunti “problemi di qualità”, ovvero il timore che tali dispositivi potessero essere utilizzati dall’azienda a stelle e strisce per monitorare gli abitanti cinesi alla guida (e sbirciare quanto accade fuori dall’automobile, compresi obiettivi sensibili o interni di parcheggi militari). Nei giorni scorsi è stato introdotto l’obbligo, a carico di sviluppatori e case automobilistiche internazionali, di richiedere un’apposita licenza per registrare sul territorio cinese i dati raccolti dal veicolo.

Una guerra tecnologica, dunque, giocata sui due milioni di chilometri di strade cinesi che già indica come lunga sarà la via che condurrà alla pace automobilistica. 

Tags: CinaTeslatouch screen
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Alessandro Alongi

Alessandro Alongi

Alessandro Alongi collabora nell’ambito del modulo di “Diritto della rete” all’Università Alma Mater Studiorum di Bologna. Laureato in Giurisprudenza e in Scienze Politiche, è specializzato in Relazioni istituzionali e Diritto parlamentare e attualmente si occupa di tematiche giuridiche e regolamentari presso l’Organo di vigilanza sulla parità di accesso alla rete di TIM, oltre a svolgere attività di ricerca nell’ambito del Diritto dell’innovazione, del quale è autore di diversi studi e approfondimenti.

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