venerdì 1 Luglio, 2022
LabParlamento - Quotidiano di analisi e scenari politici
  • #Ucraina
  • Politica
    • Governo
    • Parlamento
  • Economia
  • Giustizia
  • Società
    • Istruzione
    • Cultura
    • Ambiente
    • Sanità
    • Tech
  • Esteri
    • Europa
    • Mondo
  • LabRoma
  • LabParlamento
    • Chi siamo
    • La redazione
    • Contatti
Nessun risultato
Visualizza tutti i risultati
  • #Ucraina
  • Politica
    • Governo
    • Parlamento
  • Economia
  • Giustizia
  • Società
    • Istruzione
    • Cultura
    • Ambiente
    • Sanità
    • Tech
  • Esteri
    • Europa
    • Mondo
  • LabRoma
  • LabParlamento
    • Chi siamo
    • La redazione
    • Contatti
Nessun risultato
Visualizza tutti i risultati
LabParlamento - Quotidiano di analisi e scenari politici
Nessun risultato
Visualizza tutti i risultati
Home Politica

Addio alle dirette Facebook. Il governo cambia stile di comunicazione

Caterina Flick di Caterina Flick
23 Febbraio 2021 08:02
in Politica, Sanità, Società, Tech
Tempo di lettura: 5 minuti
A A
Addio alle dirette Facebook. Il governo cambia stile di comunicazione
Condividi su TwitterCondividi su FacebookCondividi su WhatsappCondividi su Linkedin

Il discorso rivolto da neonominato premier Mario Draghi al Parlamento, in occasione della fiducia al nuovo Governo è stato segnato da prese di posizione importanti. Tra queste la scelta del registro della comunicazione, accompagnato dalla nomina di Paola Ansuini, già direttore delle comunicazioni di Banca d’Italia, con esperienza trentennale nel mondo della comunicazione istituzionale. 

Lontana l’era Casalino, passato dal Grande Fratello al ruolo di portavoce e capo dell’ufficio stampa del premier Conte praticamente senza fermate intermedie, e lontani i tweet e i post gloriosi contenenti annunci “rockettari”, per dirla con la ministra a cinque stelle Fabiana Dadone. Ansuini saluta la nomina del nuovo Governo ritwittando “Draghi e la comunicazione: parlano i fatti, addio retroscena”. 

Altri articoli interessanti

Il Metaverso nuovo porto franco: niente tasse per chi fa profitto nella realtà virtuale

Influencer con i giorni contati: Nefele prova a mandare in soffitta le starlette del web

I rischi di una politica sempre più social

Dalla scelta fatta da Draghi ci si aspetta un cambio di passo nei contenuti e nello stile della comunicazione: si parla quando si ha qualcosa da dire, pochi social e niente dirette facebook (per dire: la Banca d’Italia nemmeno ce l’ha una pagina Facebook). E non basta, a quanto pare il premier avrebbe invitato i suoi ministri alla sobrietà nelle comunicazioni e raccomandato di moderare le dichiarazioni alla stampa, ricordando che per comunicare i dossier bisogna avere le competenze. 

Indubbiamente la realtà è troppo complessa per essere ridotta a un tweet, a un post su Facebook o a un’immagine su Instagram, e una chiacchiera da bar non può diventare un atto di governo. Ma nel 2021 tornare a una comunicazione istituzionale e sobria non può voler dire “basta” all’uso dei social network e di tutti gli strumenti che la tecnologia mette a disposizione per dialogare con la comunità, tra cui anche i software di monitoraggio e l’analisi dell’impatto sul pubblico delle scelte e delle comunicazioni. 

Per una singolare coincidenza il cambio di passo sulla comunicazione del premier italiano avviene negli stessi giorni in cui Facebook ha “tolto l’amicizia” all’Australia, bloccando la condivisione delle notizie come forma di ritorsione contro la legge in via di approvazione dal Parlamento australiano, che costringerebbe i colossi del web a pagare gli editori di giornali per la condivisione delle news. L’impatto ulteriore, non voluto stando a quanto dichiarato da Facebook, è stato l’oscuramente di pagine istituzionali ove vengono pubblicate informazioni essenziali sui servizi sanitari e di emergenza. Il premier australiano Scott Morrison ha reagito all’iniziativa con un post su Facebook, dichiarando che le Big Tech non possono pretendere di gestire il mondo, anche se lo stanno cambiando. 

L’iniziativa assunta da Facebook è stata di grande impatto, tuttavia in linea con le prese di posizione delle Big Tech in occasione dell’approvazione in Europa della direttiva sul copyright. Va notato come le posizioni dei due premier, agli antipodi non solo geograficamente, rappresentino due facce della stessa medaglia. Il premier italiano richiama a sé la comunicazione istituzionale, il premier australiano dibatte con facebook perché la mancata accettazione da parte di quest’ultima, che non vuole delle regole imposte da uno stato, ha un impatto sulla diffusione di comunicazioni istituzionali.

Non c’è dubbio che i social media abbiano un potenziale comunicativo incomparabilmente superiore ai media tradizionali, per la loro immediatezza, per la capacità di diffusione, per la facilità di relazione con i cittadini. Il loro uso permette di costruire una narrazione e un confronto, anche su temi comuni, auspicabili nei paesi democratici, consentendo ai cittadini di assumere un ruolo di utenti attivi e contribuendo così alla formazione di un’opinione pubblica condivisa, anche oltre i confini nazionali. 

La Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea garantisce a tutti i cittadini il diritto di essere informati sulle questioni europee: ciò comporta la necessità di una comunicazione efficace. E’ per questo che le istituzioni europee utilizzano i social media per agevolare la partecipazione dei cittadini dell’Unione, mettendo a disposizione link di istituzioni, attori europei, eventi, progetti, politiche disponibili sui social network (Facebook, MySpace, Hyves, Linkedin), servizi di microblogghing (Twitter, blip) siti di photosharing (Flickr, Picasa) e di videosharing (Daily Motion, YouTube, Vimeo). 

Per quanto riguarda l’Italia, le amministrazioni pubbliche hanno precisi obblighi di trasparenza e comunicazione verso i cittadini, tuttavia le norme sono rimaste ferme all’epoca in cui esistevano soltanto siti web. Ciò nonostante già da alcuni anni i social network sono diventati di uso comune nell’amministrazione pubblica: sia per diffondere informazioni e promuovere eventi e iniziative; sia per creare spazi di dialogo con i cittadini e valutare la soddisfazione degli utenti su servizi ed attività istituzionali.

I risultati non sono mancati, infatti, da una ricerca svolta nella primavera 2020, in piena emergenza pandemica, dall’Osservatorio nazionale sulla comunicazione digitale di PA Social e Istituto Piepoli emerge che l’80% dei cittadini considera l’utilizzo delle piattaforme molto efficace per ricevere informazioni dagli Enti Pubblici, mentre per il 70% i canali ideali per le comunicazioni istituzionali sono Facebook e simili. Tutto bene dunque? Forse no e la scelta apparentemente in controtendenza del premier Draghi può essere sintomo di una revisione delle regole del gioco. 

D’altra parte il conflitto tra il Governo australiano e Facebook è un campanello d’allarme che deve far riflettere. L’uso per le comunicazioni istituzionali dei social network di proprietà di imprese private, comporta inevitabilmente l’accettazione di regole sulle quali le istituzioni non hanno alcuna influenza. Questo vale per le istituzioni degli Stati Uniti, dove sono basate le principali piattaforme social e di condivisione, e ancor di più per le istituzioni di altri paesi. 

Merita ricordare il blocco dei profili di Trump, quando ancora era presidente di quel paese, da parte di Twitter e Facebook; la rimozione del social network Parler di estrema destra dagli app store di Google e Apple; la sospensione dell’account streaming da parte di Amazon; l’eliminazione di contenuti postati da Trump, ritenuti di incitamento all’odio, da parte di You Tube, Twitter e altri. L’uso dei social network per le comunicazioni istituzionali non è sufficiente a raggiungere tutti, se si pensa che i social network non hanno le caratteristiche di accessibilità necessarie per i diversamente abili.

In mancanza di regole chiare, e di competenze adeguate, l’uso dei social network può distorcere il contenuto delle comunicazioni istituzionali e farne mettere in discussione la correttezza. Forse è arrivato il momento di chiedersi se le regole della buona comunicazione e informazione debbano tornare ad essere decise dalle istituzioni pubbliche.

Tags: AustraliaBig TechBlipDaily MotionFabiana DadoneFacebookFlickrHyvesMy SpacePaola AnsuiniPiepoliRocco CasalinoSocial networkVimeo
Articolo precedente

Mercati: l’effetto Draghi è già finito; ora servono i fatti

Articolo successivo

Tutti Draghi: nel pubblico servono persone giuste al posto giusto

Caterina Flick

Caterina Flick

LabParlamento Consiglia

Il Metaverso nuovo porto franco: niente tasse per chi fa profitto nella realtà virtuale
Tech

Il Metaverso nuovo porto franco: niente tasse per chi fa profitto nella realtà virtuale

09 Giugno 2022 05:56
Influencer con i giorni contati: Nefele prova a mandare in soffitta le starlette del web
Società

Influencer con i giorni contati: Nefele prova a mandare in soffitta le starlette del web

07 Giugno 2022 06:11
I rischi di una politica sempre più social
Politica

I rischi di una politica sempre più social

24 Maggio 2022 06:18
Anche gli avatar dovranno rispettare il “distanziamento sociale”
Tech

Anche gli avatar dovranno rispettare il “distanziamento sociale”

17 Maggio 2022 06:37
Stop a fake news e contenuti proibiti: l’UE raggiunge l’accordo sul futuro del web
Tech

Stop a fake news e contenuti proibiti: l’UE raggiunge l’accordo sul futuro del web

26 Aprile 2022 05:55
Insultare la casta? Non sempre si può
Società

Insultare la casta? Non sempre si può

25 Aprile 2022 05:44
Articolo successivo
Il vincolo di mandato nei principali sistemi costituzionali

Tutti Draghi: nel pubblico servono persone giuste al posto giusto

Minori / In Europa un bambino su tre è discriminato

Minori / In Europa un bambino su tre è discriminato

Le ultime da LabParlamento

Salute, il 6 luglio UNIAMO presenta l’VIII Rapporto MonitoRare

Salute, il 6 luglio UNIAMO presenta l’VIII Rapporto MonitoRare

1 Luglio 2022
Draghi e il circo delle pulci

Draghi e il circo delle pulci

1 Luglio 2022

Scuola: Presidi Andis contro Bianchi, sconcerto per iniziativa su contrasto a dispersione scolastica

1 Luglio 2022
Rai Pubblica Utilità, mostra Uffizi su Divina Commedia accessibile a ipovedenti

La Corte dei Conti bacchetta ‘mamma’ Rai: “eliminare perdite e sprechi”

30 Giugno 2022
A novembre la seconda edizione del libro “Augusto Ciuffelli: un umbro al servizio dello Stato”

A novembre la seconda edizione del libro “Augusto Ciuffelli: un umbro al servizio dello Stato”

30 Giugno 2022
Cartellino rosso dell’Antitrust a Google: l’app di Enel X dovrà stare sul playstore

Cartellino rosso per Google Analytics: trasferisce dati negli USA (e non si può) 

29 Giugno 2022
Amministrative 2022 / Dove nasce l’inevitabile trionfo (senza meriti) del Pd

Amministrative 2022 / Dove nasce l’inevitabile trionfo (senza meriti) del Pd

28 Giugno 2022
Si può commettere un reato nel Metaverso (senza andare in galera)?

Nel Metaverso tutto fa business, persino i vestiti all’ultima moda

27 Giugno 2022
Scuola: Presidi Andis, stop a sedi in reggenza. La Camera approvi norma su incarichi a dirigenti scolastici

Scuola: Presidi Andis, stop a sedi in reggenza. La Camera approvi norma su incarichi a dirigenti scolastici

26 Giugno 2022
Ponza e il progetto Isole verdi 

Ponza e il progetto Isole verdi 

26 Giugno 2022
Intervista a F. De Palo: La crisi? Non solo bellica, sull’energia si costruirà il nuovo ordine mondiale

Intervista a F. De Palo: La crisi? Non solo bellica, sull’energia si costruirà il nuovo ordine mondiale

26 Giugno 2022
La giunta Gualtieri rifà il look a nidi e scuole dell’infanzia

Il questionario della vergogna alle famiglie romane con disabili ritirato (senza scuse) da Gualtieri

25 Giugno 2022
Libri / Presentato a Roma “Conflitto in Ucraina: rischio geopolitico, propaganda jihadista e minaccia per l’Europa” 

Libri / Presentato a Roma “Conflitto in Ucraina: rischio geopolitico, propaganda jihadista e minaccia per l’Europa” 

25 Giugno 2022
Ascoltare brutte notizie aiuta a sentirsi meglio

Ascoltare brutte notizie aiuta a sentirsi meglio

24 Giugno 2022
Riforme / Con gli “Stati Uniti d’Italia” la rivoluzione del ‘merito’ per sconfiggere i mali della burocrazia

Riforme / Con gli “Stati Uniti d’Italia” la rivoluzione del ‘merito’ per sconfiggere i mali della burocrazia

24 Giugno 2022
LabParlamento

redazione@labparlamento.it

© 2022 LabParlamento è una testata giornalistica registrata al Tribunale di Roma con autorizzazione n. 3 del 13 gennaio 2021.
Direttore Responsabile: Daniele Piccinin.
Salvo accordi scritti, ogni forma di collaborazione è da considerarsi a titolo gratuito.

Nessun risultato
Visualizza tutti i risultati
  • #Ucraina
  • Politica
    • Governo
    • Parlamento
  • Economia
  • Giustizia
  • Società
    • Istruzione
    • Cultura
    • Ambiente
    • Sanità
    • Tech
  • Esteri
    • Europa
    • Mondo
  • LabRoma
  • LabParlamento
    • Chi siamo
    • La redazione
    • Contatti

© 2022 LabParlamento è una testata giornalistica registrata al Tribunale di Roma con autorizzazione n. 3 del 13 gennaio 2021.
Direttore Responsabile: Daniele Piccinin.
Salvo accordi scritti, ogni forma di collaborazione è da considerarsi a titolo gratuito.