Si parte dalla Camera, con una proposta firmata da 90 parlamentari
Il lungo iter dell’atto parlamentare riguardante la “sharing economy” è iniziato lo scorso 4 maggio presso le Commissioni Trasporti e Attività Produttive della Camera. Per sharing economy si intende l’economia della condivisione che ha avuto un vero boom negli ultimi anni. Cene, case, lavori: ormai la sharing economy tocca molti aspetti della vita quotidiana di ognuno di noi. Un settore economico, secondo gli esperti, in fortissima crescita. La proposta di legge in questione è stata firmata da 90 parlamentari di maggioranza e opposizione, con in testa la deputata Veronica Tentori (PD). Il DdL è composto da dodici articoli, in cui si cerca di legiferare su un settore a oggi molto libero, tutelando sia i consumatori sia chi integra le proprie entrate con questa attività. Tra le novità introdotte dal provvedimento figurano un registro degli operatori (in base al quale i titolari di piattaforme digitali dovranno dotarsi di un documento di politica aziendale da sottoporre all’approvazione vincolante del Garante della concorrenza e dei consumatori), transazioni in denaro nel mondo digitale da effettuarsi solo per via elettronica e una tassazione del reddito percepito attraverso piattaforme digitali del 10% fino a 10mila euro, mentre importi superiori seguiranno la tassazione tipica del lavoro subordinato. Scopo della legge, come espresso dai suoi proponenti, è soprattutto quello di distinguere tra chi integra il proprio reddito e quanti percepiscono introiti più cospicui. Va ricordato che tutti possono partecipare e contribuire alla stesura della legge, prendendo parte alla consultazione pubblica aperta fino al 19 maggio. Per quanto concerne il testo, siamo solo in una fase embrionale e sicuramente migliorabile, ma vale la pena ricordare che l’Italia è l’unico Paese europeo ad aver posto delle basi concrete nel settore.
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