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Home Esteri Europa

Finestra politica. Elezioni 2018 parte seconda. Paese sempre più spaccato

Simona Corcos di Simona Corcos
28 Maggio 2018 19:01
in Europa, Società
Tempo di lettura: 4 minuti
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Finestra politica. Elezioni 2018 parte seconda. Paese sempre più spaccato

LUIGI DI MAIO

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Mobilitazione contro il Quirinale e in vista del 2 giugno. M5S e Lega uniti per far partire le Commissioni permanenti: obiettivo portare a casa punti del Contratto

Di Federica Fabiani

Proseguita nella serata di ieri con il fallimento del “mai fu Governo Conte”, la crisi politico istituzionale continua imperterrita e con il passare delle ore la situazione sembra solo peggiorare (anche perché sui mercati l’incertezza fa premio su tutto). Sullo sfondo, un Governo affidato a Carlo Cottarelli per servire la nazione,  ma destinato a fallire, che avrà la fiducia soltanto del Partito Democratico, e forse nemmeno tutto.

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Toni accesissimi da parte di tutti, richiami alla Costituzione che insieme alla bandiera è al centro delle contese e delle pretese. Dichiarazioni che si susseguono mentre si mettono in agenda in modo concitato incontri delle prime file dei partiti per prepararsi allo scontro finale, quello delle nuove Elezioni Politiche 2018.

Il MoVimento 5 Stelle invoca la mobilitazione e – a partire dal padre di Alessandro Di Battista, numero due, o forse numero uno di M5S – invita addirittura il Presidente della Camera Roberto Fico a boicottare la manifestazione ufficiale del 2 giugno, Festa della Repubblica: “Il nostro Presidente della Camera NON  deve partecipare alla “celebrazione” della prossima festa della Repubblica (…) Roberto si ricordi che è suo dovere tutelare le prerogative del Parlamento e che è NOSTRO portavoce”, così Vittorio Di Battista su Facebook.

Questo mentre il capo politico del MoVimento, Luigi Di Maio, si sfoga su Facebook e definisce quello di ieri “un vergognoso unicum nella storia della Repubblica”. Non solo, oltre a chiedere di appendere la bandiera italiana fuori dalla finestra, e di dire sui social #IlMioVotoConta, invita “tutti, tutti, tutti a venire a Roma dove faremo un grande evento” proprio il 2 giugno. Ma Di Maio va oltre, e estende le accuse all’entourage del Capo dello Stato:  “più che il Presidente andrebbero messi in stato di accusa i suoi consiglieri. (…) Un’altra bufala è quella per cui Mattarella ha tutto il diritto di scegliersi il ministro dell’Economia. Ma quando mai? Ma dove sta scritto?”. Da sottolineare che il 23 maggio 2018, aveva dichiarato alla stampa che: “Sui ministri non c’è nessuna discussione in atto perché i ministri li sceglie il presidente della Repubblica”.

Inoltre, il capo dei 5 Stelle chiede con forza a Matteo Salvini di unirsi alla campagna per l’impeachment del Presidente Mattarella. Se non lo facesse “vorrebbe dire che non vuole andare fino in fondo”, ma di questo deciderà domani la Segreteria Federale della Lega convocata per la prima volta a Roma alle 14 e che sarà anticipata dalla riunione dei Gruppi Parlamentari leghisti in programma per le 10.00; si apprende che all’ordine del giorno vi potrebbe essere anche la discussione delle alleanze, da una parte quella con il centrodestra, e dall’altra quella con il MoVimento.

Più uniti che mai, Salvini e Di Maio si sono incontrati oggi nella Capitale e stanno lavorando al “contrattacco”. “Se non ci fanno realizzare il contratto dal governo lo realizziamo dal Parlamento”, ha detto Di Maio al termine dell’incontro con il leader del Carroccio, aggiungendo che: “Domani si incontrano i capigruppo di Lega e Cinque stelle per fare partire le commissioni” parlamentari che dovranno mettere mano alla legge elettorale e a quanti più punti del Contratto di Governo possibili. “Ora vediamo se da quel contratto riusciamo tirar fuori 2, 5, 10 progetti di legge che il Parlamento può approvare”, ha detto  a sua volta Salvini all’uscita da Montecitorio.

Ma l’attenzione di tutti è già sul repentino ritorno alle urne a settembre. Va già delineandosi – come da dichiarazione di Silvio Berlusconi – il revival della coalizione di centrodestra formata da Lega, Fratelli d’Italia e Forza Italia (che, sebbene divisa al suo interno, non voterà la fiducia al Governo dell’ex Commissario Cottarelli), dalla quale, “non si può prescindere”.

Solo quasi quanto Mattarella (cui né il Presidente del Senato né il Presidente della Camera hanno mostrato pubblicamente solidarietà) Cottarelli non potrà contare nemmeno sull’appoggio diLiberi e Uguali.

Per quanto riguarda il centrosinistra, stando alle dichiarazioni dei dem, nelle fila del Partito Democratico si inizia a realizzare che è l’ora di tornare in campo e che la battaglia per difendere l’Europa sarà durissima. In agenda per domani le riunioni dei Gruppi Parlamentari , alle 12.00 i deputati e alle 15.00 i senatori. Ma c’è da chiedersi chi guiderà il partito data la situazione ad interim della Segreteria.

Si registra anche la risposta chiara del Prof. Savona su affarieconomici.it al no del Quirinale sulla sua nomina: “Ho subito un grave torto dalla massima istituzione del Paese sulla base di un paradossale processo alle intenzioni”, sostenendo poi che nell’epoca dei like o don’t like “anche la Presidenza della Repubblica segue questa moda.”

Dall’Europa la solidarietà del presidente francese Emmanuel Macron  (la cui telefonata di incoraggiamento non ha portato fortuna al premier incaricato Giuseppe Conte!) a Sergio Mattarella, che viene elogiato per il coraggio di una simile presa di posizione, e le rassicurazioni della Cancelliera Angela Merkel che ribadisce l’importanza che l’Italia ha per la Germania e che il suo Governo non ha pregiudizi a trattare con nessuno.

Domani mattina dovrebbe già essere resa nota la lista dei ministri del Governo tecnico a Guida Cottarelli, nell’ottica di presentarsi in Parlamento già entro la fine della settimana.

Nel caos di questi giorni l’unica cosa certa è che, rispetto alla tornata elettorale del 4 marzo, questa volta la posta in gioco è, se possibile, ancora più alta.

Tags: Finestra politicaX
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