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Home Società

Colpo gobbo a Facebook: rubate 500 milioni di identità digitali (30 milioni sono italiane)

Alessandro Alongi di Alessandro Alongi
08 Aprile 2021 07:20
in Società, Tech
Tempo di lettura: 3 minuti
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La prossima sfida della privacy si chiama ClubHouse
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Un furto in grande stile, degno dei migliori colpi di Arsenio Lupin. Soltanto che stavolta non si tratta di soldi, opere d’arte o gioielli, ma di beni preziosi intangibili che, per quanto rari, nemmeno la penna di Maurice Leblanc avrebbe immaginato potessero essere così inestimabili: si tratta di milioni di informazioni e dati personali di altrettanti utenti di Facebook, una miniera di notizie depredate in tutto il mondo.

Nei giorni scorsi, infatti, si è consumato uno dei più grandi furti di numeri di telefono, date di nascita, password e indirizzi mail della storia recente del cyberspazio; a farne le spese 533 milioni di account Facebook, tra cui circa 36 milioni di nostri connazionali, tant’è che anche il Garante per la privacy ha aperto un’inchiesta su tale incidente ed ha chiesto al popolare social network di rendere immediatamente disponibile un servizio che consenta a tutti gli utenti italiani di verificare se la propria numerazione telefonica o il proprio indirizzo mail siano stati interessati dalla violazione.

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In attesa che la creatura di Mark Zukerberg si metta all’opera, diversi sono i siti che permettono di verificare se le proprie informazioni personali siano state vittima di breach: tra i più accreditati Have I Been Pwned (è possibile già adesso verificare se il proprio indirizzo mail è stato hackerato) oppure The News Each Day (che invece si concentra sul possibile furto del numero di telefono associato al profilo FB). 

I nuovi lanzichenecchi digitali non sono nuovi a queste iniziative: tale ultima scorreria informatica, infatti, è soltanto la coda di un raid iniziato nel 2019 con la differenza che, adesso, gli hacker hanno reso completamente pubblico (e accessibile a chiunque) l’enorme database frutto del delitto. Tra i 106 Paesi colpiti, gli USA (con 32 milioni di account violati) affianca l’Italia per maggior numero di dati rubati, insieme agli 11 milioni di utenti del Regno Unito e ai 6 milioni dell’India.

L’Autorità privacy ha richiamato tutti gli utenti interessati dalla violazione alla necessità di prestare, nelle prossime settimane, particolare attenzione a eventuali anomalie connesse alla propria utenza telefonica: come, ad esempio, l’improvvisa assenza di campo in luoghi dove normalmente il cellulare ha una buona ricezione. Un tale evento potrebbe essere il segnale che un criminale si è impossessato del nostro numero di telefono per usarlo a scopo fraudolento.

Al verificarsi di tali condizioni, è importante contattare immediatamente il servizio clienti del proprio operatore telefonico per verificare le ragioni del problema e, in particolare, per verificare che terzi, fingendosi noi, non abbiano chiesto e ottenuto un trasferimento della nostra numerazione su un’altra SIM.

Il Garante ha richiamato infine l’attenzione di tutti gli utenti sull’importanza di diffidare di eventuali messaggi di testo provenienti dal numero di telefono di persone che conosciamo, con i quali vengano chiesti soldi, aiuto o dati personali, perché potrebbe trattarsi di una truffa azionata da malintenzionati che si sono impossessati della nostra numerazione.

Tags: FacebookPrivacySocial network
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Alessandro Alongi

Alessandro Alongi

Alessandro Alongi collabora nell’ambito del modulo di “Diritto della rete” all’Università Alma Mater Studiorum di Bologna. Laureato in Giurisprudenza e in Scienze Politiche, è specializzato in Relazioni istituzionali e Diritto parlamentare e attualmente si occupa di tematiche giuridiche e regolamentari presso l’Organo di vigilanza sulla parità di accesso alla rete di TIM, oltre a svolgere attività di ricerca nell’ambito del Diritto dell’innovazione, del quale è autore di diversi studi e approfondimenti.

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