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Home Politica Governo

Def: la maggioranza chiede stop ad aumento Iva. Attenzione al debito

Simona Corcos di Simona Corcos
19 Giugno 2018 14:41
in Governo, Parlamento
Tempo di lettura: 2 minuti
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Def: la maggioranza chiede stop ad aumento Iva. Attenzione al debito

GIOVANNI TRIA MINISTRO ECONOMIA, PAOLO SAVONA MINISTRO AFFARI EUROPEI

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Task force per rilancio investimenti. Tra le priorità, lotta alla povertà, sostegno a redditi più bassi e superamento della Legge Fornero

Di Simona Corcos

Il Documento di Economia e Finanza è arrivato oggi nelle Aule di Camera e Senato, presentato rispettivamente dai relatori Federico D’Inca (M5S) e Alberto Bagnai (Lega).

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La risoluzione di maggioranza, approvata alla Camera con 330 voti favorevoli e 242 contrari (votazioni in corso a Palazzo Madama), impegna il Governo “ad assumere tutte le iniziative per favorire il disinnesco delle clausole di salvaguardia inerenti l’aumento delle aliquote Iva e delle accise su benzina e gasoli” e ad individuare le misure da adottare nel 2018 nel rispetto dei saldi di bilancio riconsiderando in tempi brevi il quadro di finanza pubblica nel rispetto degli impegni europei per quanto riguarda i saldi di bilancio 2019-2021. Più in generale, la maggioranza impegna l’esecutivo a un “cambio di paradigma” con l’Unione europea per ottenere “regole più flessibili e maggiori spazi” per interventi di finanza pubblica.

L’azione del Governo italiano, secondo il Ministro dell’Economia, Giovanni Tria, intervenuto in Aula alla Camera durante la replica sul Def, deve muoversi in Europa in direzione di una “profonda riforma delle istituzioni economiche che governano l’eurozona”, perché ci sono “gravi inadeguatezze che caratterizzano l’attuale equilibrio europeo”. “Le regole di bilancio – ha aggiunto – consentono persistenti squilibri di partite correnti e non favoriscono la spesa per investimenti pubblici”.

Sarà il Governo a predisporre il quadro programmatico e a trasmetterlo al Parlamento a settembre, e poi a ottobre alle istituzioni europee.

“Il Quadro programmatico che il Governo trasmetterà al Parlamento nella Nota di aggiornamento al Def 2018 si comporrà delle scelte di finanza pubblica e della versione programmatica del Programma nazionale di riforme. Seguendo le linee illustrate dal Presidente del Consiglio sarà possibile conciliare crescita e occupazione con la sostenibilità del debito” ha dichiarato il Ministro Tria.

Il Ministro dell’Economia ha voluto inoltre sottolineare come la semplificazione del sistema fiscale e la progressiva riduzione della pressione fiscale sono da tempo considerate parte essenziale di un orientamento a favore della crescita. Al centro delle priorità dell’Esecutivo anche la volontà di assicurare un “reddito dignitoso a chi è temporaneamente in stato di disoccupazione”.

Tra le priorità del Governo ci saranno infatti la lotta alla povertà, il sostegno ai redditi più bassi e il superamento della Legge Fornero sulle pensioni. Tria ha parlato di una “crescita inclusiva ed equa” per “stimolare una politica economica e sociale non incentrata esclusivamente sul Pil”.

Il quadro macroeconomico tendenziale del Def prevede un deficit allo 0,8% del Pil nel 2019 e il pareggio di bilancio nel 2020, con il debito che “inizierebbe un chiaro percorso discendente. E’ un’evoluzione che è bene non mettere a repentaglio”, perché “il consolidamento di bilancio è condizione necessaria per mantenere la fiducia dei mercati finanziari, imprescindibile per tutelare i risparmi italiani e ottenere una crescita stabile” ha voluto ribadire Tria.

Da evidenziare infine l’intenzione del Governo di istituire una task force all’interno dell’esecutivo per il rilancio degli investimenti, con l’obiettivo di affrontare i temi in maniera rapida e organica, nella consapevolezza che “i maggior ostacoli alla spesa pubblica per investimenti non vengono dalla carenza di risorse finanziarie bensì dalla perdita delle competenze tecniche e progettuali delle amministrazioni pubbliche, dalla spesso difficile interazione tra le amministrazioni sia centrali che territoriali e dagli effetti non voluti del recente Codice degli Appalti”.

Tags: Def 2018Giovanni Tria
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