mercoledì 29 Giugno, 2022
LabParlamento - Quotidiano di analisi e scenari politici
  • #Ucraina
  • Politica
    • Governo
    • Parlamento
  • Economia
  • Giustizia
  • Società
    • Istruzione
    • Cultura
    • Ambiente
    • Sanità
    • Tech
  • Esteri
    • Europa
    • Mondo
  • LabRoma
  • LabParlamento
    • Chi siamo
    • La redazione
    • Contatti
Nessun risultato
Visualizza tutti i risultati
  • #Ucraina
  • Politica
    • Governo
    • Parlamento
  • Economia
  • Giustizia
  • Società
    • Istruzione
    • Cultura
    • Ambiente
    • Sanità
    • Tech
  • Esteri
    • Europa
    • Mondo
  • LabRoma
  • LabParlamento
    • Chi siamo
    • La redazione
    • Contatti
Nessun risultato
Visualizza tutti i risultati
LabParlamento - Quotidiano di analisi e scenari politici
Nessun risultato
Visualizza tutti i risultati
Home Società

Ingiurie sullo “stato” di WhatsApp: scatta la denuncia (e la condanna per diffamazione)

Alessandro Alongi di Alessandro Alongi
15 Dicembre 2021 05:23
in Società
Tempo di lettura: 3 minuti
A A
Ingiurie sullo “stato” di WhatsApp: scatta la denuncia (e la condanna per diffamazione)
Condividi su TwitterCondividi su FacebookCondividi su WhatsappCondividi su Linkedin

Uno stato di WhatsApp, se offensivo, può essere ritenuto diffamatorio, perché può essere visionato da tutti i contatti della rubrica, al pari di un’infamità schiamazzata in una pubblica piazza. A queste conclusioni è giunta la Corte di Cassazione qualche mese fa (Cass. pen., Sez. V, Sent. n. 33219/2021), decidendo le sorti di un uomo che, sul suo “stato” di WhatsApp, aveva pubblicato contenuti lesivi alla reputazione di una donna.

Corroso dal livore, infatti, l’uomo aveva ben pensato di comunicare a tutti il suo disprezzo nei confronti di quella ex amica e – ingegnosamente a parere suo – non aveva pubblicato un post (cosa che, inevitabilmente, avrebbe condotto alla condanna per diffamazione, cfr. Cass. pen., Sez. I, Sent. n. 16712/2014), ma aveva inserito, nel suo stato di WhatsApp, parole offensive alla reputazione e al decoro di quella persona, credendo di rimanere impunito.

Altri articoli interessanti

La dittatura allegra: l’esibizionismo, i social e il controllo digitale 

Altro che assistenza virtuale: Alexa ci ascolta (e profila)

Ucraina: l’utilizzo bellico dell’app “Clearview” continua a far discutere

Si sbagliava di grosso.

Non appena visualizzate quelle parole sullo “stato”, e compreso subito di esserne la destinataria, la donna lo aveva subito denunciato, iniziativa che ha condotto alla condanna dell’uomo tanto in primo quanto in secondo grado, proprio per diffamazione. 

Non pago del corso della giurisprudenza, il maldestro scrittore si rivolgeva alla Cassazione, asserendo che fosse impossibile provare che quel messaggio fosse rivolto proprio alla parte offesa. Ancora, a sostegno della già traballante tesi difensiva, il fatto che – a dire dell’imputato – solo la donna poteva vedere il suo stato, poiché tramite una specifica funzione della celebre app di messaggistica, l’uomo aveva impedito a tutti i suoi contatti di visualizzare (e leggere) il suo stato e, di conseguenza, non poteva applicarsi il reato di diffamazione.

Proprio sul secondo motivo di difesa, i togati del Palazzaccio hanno respinto l’eccezione, perché – secondo gli Ermellini – se tale fosse stata l’intenzione dell’imputato, sarebbe stato sufficiente mandare un messaggio individuale piuttosto che tutta quella pantomima. Proprio perché, dunque, quei contenuti potevano essere visti da tutti i contatti presenti nella rubrica del telefono dell’uomo, ecco che scatta la diffamazione, reato che punisce chi, comunicando con più persone, offende l’altrui reputazione.

Relativamente, invece, al fatto che quello scritto si riferisse alla parte lesa o al quisque de populo, per la Suprema non ci sono stati dubbi al riguardo, avendo già accertato nei precedenti giudizi che l’imputato raccontasse di una persona ben individuata. 

Del resto, che WhatsApp rappresenti una “piazza” a tutti gli effetti è pacifico da un po’ di tempo. Un paio di anni fa la Cassazione ha affermato che è configurabile il delitto di diffamazione (e non la semplice ingiuria aggravata) nel caso in cui le offese siano scritte in una chat di gruppo (cfr. Cass. pen., Sez. V, Sent. n. 7904/2019). Meglio tenerlo a mente la prossima volta che siamo tentati di rispondere – in malo modo – in uno dei mille gruppi in cui siamo stati a forza invitati.

Tags: Privacysocial
Articolo precedente

Export / Istat, nei primi nove mesi del 2021 cresce solo il Nord

Articolo successivo

Focolai Si Vax in Campidoglio, ma i “cattivi” da punire restano i No Vax

Alessandro Alongi

Alessandro Alongi

Alessandro Alongi collabora nell’ambito del modulo di “Diritto della rete” all’Università Alma Mater Studiorum di Bologna. Laureato in Giurisprudenza e in Scienze Politiche, è specializzato in Relazioni istituzionali e Diritto parlamentare e attualmente si occupa di tematiche giuridiche e regolamentari presso l’Organo di vigilanza sulla parità di accesso alla rete di TIM, oltre a svolgere attività di ricerca nell’ambito del Diritto dell’innovazione, del quale è autore di diversi studi e approfondimenti.

LabParlamento Consiglia

Per youtube “Bianchi contro Neri” a scacchi è razzismo
Società

La dittatura allegra: l’esibizionismo, i social e il controllo digitale 

20 Giugno 2022 05:54
Altro che assistenza virtuale: Alexa ci ascolta (e profila)
Tech

Altro che assistenza virtuale: Alexa ci ascolta (e profila)

01 Giugno 2022 06:06
Ucraina: l’utilizzo bellico dell’app “Clearview” continua a far discutere
#Ucraina

Ucraina: l’utilizzo bellico dell’app “Clearview” continua a far discutere

05 Maggio 2022 05:57
Lotta al crimine e tutela della privacy: la Corte UE pareggia i conti
Tech

Lotta al crimine e tutela della privacy: la Corte UE pareggia i conti

19 Aprile 2022 05:28
Quando è la Cina a copiare dall’Europa: la nuova normativa privacy di Pechino guarda quella del Vecchio Continente 
Tech

I dati degli europei sfilati dalle mani delle Big Tech

08 Aprile 2022 05:01
Ucraina / Incursioni digitali e sabotaggi web: è una guerra sempre più “tech”
#Ucraina

Ucraina / Incursioni digitali e sabotaggi web: è una guerra sempre più “tech”

01 Aprile 2022 05:50
Articolo successivo
“No alla dittatura sanitaria”. Lettera appello di una studentessa universitaria

Focolai Si Vax in Campidoglio, ma i “cattivi” da punire restano i No Vax

Ecco perché l’ordinanza di Speranza sui tamponi ai turisti viola il diritto europeo

Ecco perché l’ordinanza di Speranza sui tamponi ai turisti viola il diritto europeo

Le ultime da LabParlamento

Cartellino rosso dell’Antitrust a Google: l’app di Enel X dovrà stare sul playstore

Cartellino rosso per Google Analytics: trasferisce dati negli USA (e non si può) 

29 Giugno 2022
Amministrative 2022 / Dove nasce l’inevitabile trionfo (senza meriti) del Pd

Amministrative 2022 / Dove nasce l’inevitabile trionfo (senza meriti) del Pd

28 Giugno 2022
Si può commettere un reato nel Metaverso (senza andare in galera)?

Nel Metaverso tutto fa business, persino i vestiti all’ultima moda

27 Giugno 2022
Scuola: Presidi Andis, stop a sedi in reggenza. La Camera approvi norma su incarichi a dirigenti scolastici

Scuola: Presidi Andis, stop a sedi in reggenza. La Camera approvi norma su incarichi a dirigenti scolastici

26 Giugno 2022
Ponza e il progetto Isole verdi 

Ponza e il progetto Isole verdi 

26 Giugno 2022
Intervista a F. De Palo: La crisi? Non solo bellica, sull’energia si costruirà il nuovo ordine mondiale

Intervista a F. De Palo: La crisi? Non solo bellica, sull’energia si costruirà il nuovo ordine mondiale

26 Giugno 2022
La giunta Gualtieri rifà il look a nidi e scuole dell’infanzia

Il questionario della vergogna alle famiglie romane con disabili ritirato (senza scuse) da Gualtieri

25 Giugno 2022
Libri / Presentato a Roma “Conflitto in Ucraina: rischio geopolitico, propaganda jihadista e minaccia per l’Europa” 

Libri / Presentato a Roma “Conflitto in Ucraina: rischio geopolitico, propaganda jihadista e minaccia per l’Europa” 

25 Giugno 2022
Ascoltare brutte notizie aiuta a sentirsi meglio

Ascoltare brutte notizie aiuta a sentirsi meglio

24 Giugno 2022
Riforme / Con gli “Stati Uniti d’Italia” la rivoluzione del ‘merito’ per sconfiggere i mali della burocrazia

Riforme / Con gli “Stati Uniti d’Italia” la rivoluzione del ‘merito’ per sconfiggere i mali della burocrazia

24 Giugno 2022
Covid / Corte dei conti: nel 2021 solo il 50% dei fondi erogati alle Regioni è stato trasferito alle strutture semiresidenziali per disabili

Ultracentenari indenni al Covid. In Italia sono più di mille

24 Giugno 2022
Arte: Dal 1 luglio a Firenze la mostra Armando Giuffredi Disegni di uno scultore

Arte: Dal 1 luglio a Firenze la mostra Armando Giuffredi Disegni di uno scultore

23 Giugno 2022
La Commissione Ue proroga il Credito d’Imposta per le imprese operanti in aree soggette ai terremoti del 2016-1017

La Commissione Ue proroga il Credito d’Imposta per le imprese operanti in aree soggette ai terremoti del 2016-1017

23 Giugno 2022
Trasferimento dei dati europei negli Usa: c’è l’accordo

Doppio gioco di Google sul diritto all’oblio: da una parte promette, dall’altra fa incetta di dati

23 Giugno 2022
Ucraina: l’utilizzo bellico dell’app “Clearview” continua a far discutere

Gli Ucraini vittime degli stereotipi russi, secondo una ricercatrice ucraina a Londra

22 Giugno 2022
LabParlamento

redazione@labparlamento.it

© 2022 LabParlamento è una testata giornalistica registrata al Tribunale di Roma con autorizzazione n. 3 del 13 gennaio 2021.
Direttore Responsabile: Daniele Piccinin.
Salvo accordi scritti, ogni forma di collaborazione è da considerarsi a titolo gratuito.

Nessun risultato
Visualizza tutti i risultati
  • #Ucraina
  • Politica
    • Governo
    • Parlamento
  • Economia
  • Giustizia
  • Società
    • Istruzione
    • Cultura
    • Ambiente
    • Sanità
    • Tech
  • Esteri
    • Europa
    • Mondo
  • LabRoma
  • LabParlamento
    • Chi siamo
    • La redazione
    • Contatti

© 2022 LabParlamento è una testata giornalistica registrata al Tribunale di Roma con autorizzazione n. 3 del 13 gennaio 2021.
Direttore Responsabile: Daniele Piccinin.
Salvo accordi scritti, ogni forma di collaborazione è da considerarsi a titolo gratuito.