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Home Società Ambiente

Dal 1 gennaio 2022 obbligatoria la raccolta differenziata della frazione umida

Redazione LabParlamento di Redazione LabParlamento
04 Gennaio 2022 05:42
in Ambiente, Europa, Società
Tempo di lettura: 4 minuti
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Dal 1 gennaio 2022 obbligatoria la raccolta differenziata della frazione umida
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Dal 1° gennaio 2022, in tutti i Comuni italiani sarà obbligatorio prevedere la raccolta differenziata della frazione umida. In poche parole: gli scarti organici dovranno essere separati dagli altri rifiuti. E insieme ai residui di cibo dovranno essere raccolti anche gli imballaggi in plastica biodegradabile e compostabile, certificati EN 13432, per la trasformazione in compost. I sacchetti in bioplastica prima di tutto. Ma anche imballaggi di frutta e verdura, piatti, bicchieri e stoviglie monouso realizzate in materiale compostabile. A prevederlo è l’articolo 182 ter del decreto legislativo 152/2006 che recepisce in Italia la direttiva europea 2018/851 in materia di rifiuti. 

La novità per una volta è positiva e fa vincere tutti: vincono i cittadini, che vedranno meno rifiuti finire in discarica anziché essere reimmessi nell’economia circolare. Vince una filiera industriale virtuosa che può rafforzarsi e migliorare il vantaggio competitivo che già ha mostrato di avere rispetto ai concorrenti internazionali. Vincono, soprattutto, il clima e il suolo perché la novità aiuterà a restituire sostanza organica ai terreni, frenando così il loro degrado e il rilascio di CO2 in atmosfera. 

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L’entrata in vigore di questo obbligo anticipa di ben due anni un analogo impegno che sarà introdotto nel resto della Ue solo a inizio 2024. La disposizione impone ai Comuni italiani di attivare un servizio di raccolta differenziata della frazione umida da attuarsi tramite contenitori a svuotamento riutilizzabili o con sacchetti compostabili certificati a norma UNI EN 13432-2002. 

“La norma introdotta dalla direttiva europea, ed anticipata in Italia, è un’ottima notizia per chiunque abbia a cuore la corretta gestione sostenibile dei materiali post consumo” spiega Enzo Favoino, ricercatore presso la Scuola Agraria del Parco di Monza e Coordinatore del Comitato Scientifico di Zero Waste Europe. 

“La raccolta dell’organico è fondamentale perché offre un contributo essenziale alla massimizzazione dei tassi di raccolta differenziata. Senza l’organico non saremmo potuti arrivare al 65% circa di raccolta differenziata raggiunto dall’Italia. Inoltre, separando bene l’organico, riduciamo la fermentescibilità dei rifiuti residui indifferenziati non riciclabili. Ciò permette ai Comuni di ridurne la frequenza di raccolta il che, oltre a ridurre i costi complessivi di raccolta, spinge i cittadini a separare meglio anche le altre frazioni riciclabili”. 

Il vantaggio per la collettività, in questo senso, è evidente. Ma non va sottovalutato nemmeno l’apporto positivo in termini ambientali di un aumento della produzione di compost. Un’attività che vede l’Italia in cima alla classifica europea (la capacità del nostro sistema di compostaggio supera i 7 milioni di tonnellate, seconda solo alla Germania). Ad oggi, l’80% della popolazione è collegato con la raccolta dello scarto organico. Il nuovo obbligo renderà possibile estenderlo al 100%. 

Chiaro quindi che maggiore sarà la quantità di compost prodotto e distribuito nei terreni, più efficace sarà la nostra lotta ai cambiamenti climatici. In questo percorso, anche le bioplastiche compostabili possono fornire il loro contributo, quando vengono correttamente conferite insieme all’organico. “Ricordiamoci sempre di usare le bioplastiche compostabili per raccogliere la frazione organica” è l’appello di Marco Versari, presidente di Biorepack. “I sacchetti biodegradabili e compostabili hanno contribuito a rendere l’Italia il Paese europeo che raccoglie più frazione organica. Insieme all’organico ora devono essere conferiti nell’umido i sacchetti della spesa, le cialde del caffè realizzate in materiale compostabile, i nuovi imballaggi. Tutto ciò contribuisce ad aumentare ulteriormente questi tassi di raccolta”. 

Per supportare la raccolta differenziata e raggiungere gli obiettivi di riciclo organico, è stato costituito nel 2020 BIOREPACK, il consorzio di filiera del sistema Conai dedicato agli imballaggi in bioplastica compostabile, primo nel panorama europeo. “BIOREPACK deve fare in modo che gli imballaggi compostabili vengano raccolti assieme alla frazione umida e questo contribuisca al miglioramento qualitativo della raccolta” spiega Versari. 

“BIOREPACK ha recentemente firmato un accordo con ANCI che riconosce ai Comuni italiani, a fronte dell’organizzazione della raccolta differenziata, del trasporto e del trattamento dei rifiuti di imballaggi in bioplastica compostabile, determinati corrispettivi economici. Così facendo, garantiamo non solo vantaggi ai nostri concittadini ma garantiamo lo sviluppo di un’industria sostenibile, che realizza i prodotti in bioplastica compostabile e che rappresenta un’eccellenza riconosciuta a livello internazionale”. 

“La scelta compiuta dal Parlamento prima e dal Governo poi nel recepimento del pacchetto sull’economia circolare non è stata di certo casuale né avventata” spiega Ilaria Fontana, sottosegretario al Ministero della Transizione Ecologica. “Si tratta di una assunzione di responsabilità maturata dopo anni di virtuosa gestione della frazione organica nel nostro Paese che è in grado, già da anni, di trasformare residui (i cui impatti ambientali, odorigeni e climalteranti possono essere significativi), in una importante occasione di tutela delle nostre matrici ambientali e di transizione ecologica”.

Tags: AmbienteBiorepackIlaria FontanaRaccolta Differenziata
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