“Nelle nostre scuole, ogni giorno, gli alunni si approcciano al cibo della mensa e lo scartano, a volte senza nessun motivo particolare, ma solo per il colore o per la consistenza del piatto, senza riflettere sul fatto che tutti questi scarti potrebbero essere recuperati e destinati ad alimentare non solo tante persone indigenti, ma anche piccoli animali ospiti di rifugi o di associazioni, che sopravvivono grazie all’aiuto e alla solidarietà di molte volontarie”. È determinato il Presidente della Commissione Politiche sociali del XII Municipio Alessandro Alongi, Consigliere municipale del medesimo territorio che, da tempo, ha intrapreso una vera e propria battaglia per il recupero delle eccedenze alimentari nelle mense romane.
A sostenere il suo progetto anche gli ultimi dati disponibili sul tema, da cui risulta che il 47% dei bambini mangia meno della metà del pasto, che viene di conseguenza gettato. “Il rifiuto del cibo a scuola non solo è uno spreco di soldi per le famiglie, ma anche un danno all’ambiente, visto che per essere coltivati e cucinati questi cibi hanno consumato energia, acqua e occupato terreno” ha continuato Alongi.
Per questo, nei giorni scorsi, Alongi ha chiamato intorno ad un tavolo i responsabili delle mense territoriali, insieme agli uffici, per capire dove direzionare gli sforzi. Sostanzialmente, ogni giorno, nelle mense cittadine vengono prodotte tre tipologie di scarti: beni alimentari a media-lunga conservazione (succhi di frutta e merendine ad esempio), che possono agevolmente essere donate alle associazioni di volontariato; la maggior parte del cibo sprecato, invece, riguarda il cibo servito ai bambini ma non consumato (il cosiddetto “plate leftover” l’avanzo nei piatti). Tale avanzo non può essere oggetto di donazione per alimentazione umana, tutt’al più potrebbe essere destinata alle fattorie e agli allevamenti. Poi, infine, c’è il pane “montagne di pane” precisa Alongi, alimento che quotidianamente rimane nei vassoi e non viene consumato e difficilmente può essere ritirato dalle associazioni caritatevoli.
“A causa di porzioni standard nelle mense, o perché i bambini hanno ‘gli occhi più grandi della pancia’, come denunciato da Legambiente, anche nelle nostre mense si lasciano nel piatto tonnellate di alimenti che, inevitabilmente, diventano rifiuti da gestire, con un ulteriore costo per la collettività. È giunto il momento di dire basta e iniziare a ragionare su come riutilizzare questo ben di Dio, affinché nulla vada sprecato” ha fatto eco il Consigliere Alessandro Alongi.
Il gruppo di lavoro inaugurato da Alongi ha deciso di concentrarsi innanzitutto sul recupero della grande quantità di cibo sporzionato dagli alunni – tipicamente pasta, carne, frutta e verdura – favorendo in tal modo il riciclo della frazione organica dei rifiuti alimentari prodotti a scuola a favore degli animali, nell’ottica della sostenibilità alimentare e della sensibilizzazione dei commensali che diventerebbero, insieme ai loro insegnanti, protagonisti di un’educazione a un consumo attento e consapevole. Per questo, nei prossimi giorni, Alongi incontrerà tutti gli operatori del settore come associazioni di volontariato, fattorie, allevatori e associazioni di categoria per identificare i migliori percorsi capaci di strutturare azioni concrete antispreco.