Bonino e Cicchitto in testa: eletti per la prima volta nel 1976. Una breve rassegna di alcuni volti assai familiari
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Mancano meno di dieci giorni alle elezioni politiche del 4 marzo e l’atmosfera non potrebbe essere più tesa. Tra gli scandali e i fatti di cronaca che hanno caratterizzato le ultime settimane di campagna elettorale, sembra che ci sia già dimenticati di tutta la polemica sollevata dalla stesura delle liste dei candidati.
Eppure, qualunque sia l’esito che uscirà delle urne, anche in questa tornata elettorale assisteremo all’ennesimo ritorno in Parlamento di alcuni soliti noti; chi con lo schieramento di sempre, chi ha fatto dei grandi giri ed è ritornato “a casa” (un po’ come i grandi amori che ritornano), e chi invece ha cercato di prendere le distanze dalla propria “famiglia” attraverso un restyling, totale o parziale.
Di seguito una selezione di cadidati – degli schieramenti più disparati – che hanno già svolto per lo meno due mandati (anche consecutivi) e che hanno ottime chance, in molti casi il seggio è già assicurato, di ritrovarsi o a Palazzo Madama o a Montecitorio a partire dal 23 marzo. Insomma, per alcuni un altro “primo giorno di scuola”. Ma da veterani.
Da record Fabrizio Cicchitto ed Emma Bonino, eletti per la prima volta nel 1976. Eletto per la prima volta con il Partito Socialista Italiano, Cicchitto è già stato una volta Senatore e cinque volte Deputato della Repubblica. Eletto nel 2013 nelle liste del Popolo delle Libertà (PDL) è ora candidato con Civica Popolare di Beatrice Lorenzin nella coalizione di centrosinistra. Mentre Emma Bonino, da sempre e per sempre del Partito Radicale, si presenterà alle politiche del 2018 a capo della lista +Europa. Suo benefattore di questo giro il leader di Centro Democratico Bruno Tabacci, per la prima volta in Parlamento nel 1992 con la DC.
Ma tra quelli a cui la foto all’ingresso in parlamento è stata scattata ancora in bianco e nero ci sono anche Pierferdinando Casini, Massimo D’Alema e Umberto Bossi. Casini, entrato per la prima volta alla Camera nel lontano ’83 con la DC, dopo una vita passata nell’UdC, è ora candidato con Civica Popolare all’uninominale a Bologna in quota “Centristi per l’Europa”. Una candidatura, la sua, che ha fatto molto discutere e che lo vedrà scontrarsi con l’ex governatore “rosso” della Regione Emilia-Romagna, Errani.
Per quanto riguarda poi gli altri due veterani, entrambi della classe ’87, c’è forse da stupirsi più per il caso di Bossi che per quello di D’Alema. Chi si sarebbe aspettato di vedere ancora una volta il Senatur candidato, e non più con la sua Lega Lombarda, diventata poi Lega Nord, ma ora soltanto “Lega”?… Specie se considerato il rapporto controverso con Matteo Salvini, attuale leader del non-più-fu-Carroccio. Discorso diverso quello di Massimo D’Alema che sembra avere mille vite e mille assi nella manica: tra i leader di punta di Liberi e Uguali (con Pietro Grasso), è candidato in Puglia sia all’uninominale che al plurinominale.
Tra i “ragazzi dei primi anni ‘90” in bianco e nero, ad essere di nuovo candidati ci sono pure: Roberto Calderoli (Lega Nord); Piero Fassino, che con o senza S è rimasto democratico di sinistra (PD); Maurizio Gasparri, attuale Vicepresidente del Senato e candidato di Forza Italia che entrò nel 1992 con il Movimento Sociale Italiano (così come Ignazio La Russa, ora di Fratelli d’Italia di Giorgia Meloni); Riccardo Nencini, all’epoca del PSI e ora candidato con il PD e Gianfranco Rotondi, entrato per la prima volta con il PPI, è ora candidato con Forza Italia in Abruzzo.
Ci sono anche i fedelissimi del Presidente Berlusconi, come Paolo Romani e Stefania Prestigiacomo, che alla chiamata del Cav. rispondono sempre, e altri che invece sono più “sfuggenti”, come Vittorio Sgarbi, la cui storia parla da se.
Con il nuovo millennio arrivano poi anche le foto a colori, e tra chi è invecchiato meglio o peggio, anche qui ne troviamo tantissimi. Dagli attuali candidati di punta di Matteo Renzi come Paolo Gentiloni, Dario Franceschini e Roberto Giachetti, che nel 2001 entravano in Parlamento con La Margherita, mentre Marco Minniti era dei DS, alle azzurre Mara Carfagna, Michaela Biancofiore, Mariastella Gelmini, Laura Ravetto (tutte in quota Forza Italia già nel 2006), alle quali si aggiunge, nel 2008, Nunzia De Girolamo.
Molti sono stati più volte ministri, segretari, sottosegretari, Presidenti del Consiglio (anche più di una volta) e per questo non possiamo non citare anche due attuali candidati premier: Giorgia Meloni e Matteo Salvini, alleati e avversari allo stesso tempo, per la coalizione di centrodestra. L’una, entrata in Parlamento nel 2006 con Alleanza Nazionale, è ora leader di Fratelli d’Italia; l’altro, entrato nel 2008 con la Lega Nord per poi diventare eurodeputato, è il responsabile del cambiamento epocale del proprio partito da movimento secessionista a papabile partito di Governo con la sua “Lega – Noi con Salvini”.
Insomma, tra tutte le incertezze che ci aspettano, possiamo stare sicuri che loro ci saranno ancora.