sabato 4 Febbraio, 2023
LabParlamento - Quotidiano di analisi e scenari politici
  • Elezioni 2022
  • Politica
    • Governo
    • Parlamento
  • Economia
  • Giustizia
  • Società
    • Istruzione
    • Cultura
    • Ambiente
    • Sanità
    • Tech
  • Esteri
    • #Ucraina
    • Europa
    • Mondo
  • LabRoma
  • LabParlamento
    • Chi siamo
    • La redazione
    • Contatti
Nessun risultato
Visualizza tutti i risultati
  • Elezioni 2022
  • Politica
    • Governo
    • Parlamento
  • Economia
  • Giustizia
  • Società
    • Istruzione
    • Cultura
    • Ambiente
    • Sanità
    • Tech
  • Esteri
    • #Ucraina
    • Europa
    • Mondo
  • LabRoma
  • LabParlamento
    • Chi siamo
    • La redazione
    • Contatti
Nessun risultato
Visualizza tutti i risultati
LabParlamento - Quotidiano di analisi e scenari politici
Nessun risultato
Visualizza tutti i risultati
Home Approfondimenti

Europee 2019, la quadriga repubblicana nel passato e nel presente

luca.tentoni di luca.tentoni
05 Maggio 2019 20:48
in Approfondimenti, Commenti, Europa, Europee2019, Politica, Società
Tempo di lettura: 3 minuti
A A
Europee 2019, la quadriga repubblicana nel passato e nel presente
Condividi su TwitterCondividi su FacebookCondividi su WhatsappCondividi su Linkedin

Se i dati di Poll of Polls fossero confermati, alle europee 2019 i primi quattro classificati avrebbero l’84% dei consensi dei votanti, esattamente come alle europee del 1984. In altre parole l’esposizione mediatica dei principali leader e l’esigenza di semplificazione avvertita dall’elettorato stanno creando un mercato “chiuso” nel quale chi ha un giorno il 40% può ritrovarsi al 18% (il Pd 2014-’18) e chi ha il 6% può salire verso il 30 (Lega)

di Luca Tentoni

Il sistema politico italiano è passato, già all’inizio di questo decennio, dalla polarizzazione intorno a due leader (Berlusconi e Prodi, ma più in generale i capi di centrodestra e centrosinistra) alla riunione dell’elettorato intorno a tre o quattro personalità (e partiti) principali.

Altri articoli interessanti

Pd / Barbati (civica Gualtieri): con Bonaccini per centrosinistra solido e competitivo

Gli italiani hanno scelto. Chiamatela democrazia

“Noi pochi, noi (in)felici pochi”: l’autoreferenzialità della campagna elettorale

Nel 2013, M5S, Pd, Pdl e Scelta civica hanno ottenuto l’80,9% dei voti per la Camera, una percentuale non distante dalla media dell’82,2% che Dc, Pci, Psi e Msi ebbero nel decennio 1979-1989 (politiche ed europee). In pratica, meno di un votante su cinque sceglie, da allora, altri partiti. O, meglio, già dal 2008-2009: però, alle politiche del 2008 c’erano due liste (Pd e Pdl) figlie dell’accorpamento di più soggetti esistenti (ecco perché i primi quattro raccolsero l’84,5% contro il 74,5% delle politiche di due anni prima).

Tuttavia, l’idea della “vocazione maggioritaria” (con i due alleati – Lega per il Pdl, Idv per il Pd – a fare da scelta di riserva per l’elettorato di coalizione desideroso di cambiare voto “restando in famiglia”) non sarebbe bastata per mutare a lungo il comportamento dell’elettorato.

Già alle europee del 2009, infatti, col crollo del Pd (compensato solo in parte dal successo dipietrista) i primi quattro ebbero il 79,6%. Ma qualcosa era successo. Gli italiani ricominciavano a preferire i partiti più grandi, scegliendo però un registro diverso rispetto alle abitudini della Prima Repubblica. Dagli anni Cinquanta fino a tutti i Novanta, infatti, l’ordine d’arrivo dei primi quattro era pressoché fisso (tranne qualche eccezione per il quarto): prima la Dc, poi il Pci, poi i socialisti, infine il Msi. I voti, insomma, si aggregavano intorno a partiti identificati con aree politiche ben precise: il centro (Dc), la sinistra (Pci), la destra (Msi), la sinistra riformista (Psi).

Trenta e più anni fa, i rapporti di forza non cambiavano mai. Si era fedeli al partito, cioè a qualcosa che resisteva al mutamento e alle vicende personali dei leader: al centro di tutto c’era “l’Idea”, l’appartenenza ad una comunità di valori. Poi arrivò Tangentopoli e la nuova offerta partitica della Seconda Repubblica: un’offerta che spingeva gli italiani a stare da una parte o dall’altra (i due poli) ma che offriva coalizioni enormi ed eterogenee, fatte di tanti partiti per accontentare ogni gusto ed orientamento.

Nel 2006, centrodestra e centrosinistra lasciarono ai partiti non coalizzati meno dell’1% dei voti, ma si presentarono con ben 25 liste (13 per Prodi, 12 per Berlusconi): infatti le quattro più votate ebbero solo il 67,4% dei consensi (contro il 99% dei due poli). Il primo quindicennio del nuovo sistema, insomma, puntava a riunire tanti soggetti intorno al leader (l’unica cosa che contava). La “vocazione maggioritaria” del 2008 avrebbe dovuto accentuare questo fenomeno, unendolo però alla riduzione dei partiti alleati: invece, per l’eterogenesi dei fini, suscitò negli italiani la voglia di semplificare la giungla delle sigle e delle liste, ma nel contempo – nel giro di due anni, fra il 2011 e il 2013 – il bipolarismo saltò. Si moltiplicarono i leader (ancora Berlusconi e Bersani, ma affiancati da Grillo e Monti) e le grandi corazzate del sistema furono duramente colpite. Il risultato, tuttavia, fu sorprendente: i primi quattro del 2013 ebbero l’1,3% dei voti in più dei primi quattro del 2009 e solo il 3,6% in meno del 2008.

Fu allora che si avviò una sorta di “terzo tempo” della Repubblica: dal primo (’53-’89) fatto di tre-quattro partiti forti (con lo stesso ordine d’arrivo in graduatoria) al secondo (’92-2006) guidato da due leader e miriadi di gruppi, fino al nuovo, con quattro personalità politiche (Salvini, Di Maio, Zingaretti, Berlusconi) e altrettanti partiti-guida, di gran lunga più votati degli altri (soprattutto i primi tre) ma con un’altissima volatilità elettorale (il primo di oggi può essere il quarto di domani; nulla è scontato, cambia sempre tutto, in fretta). Così, agli altri sono rimaste le briciole: solo il 15% alle europee 2014 (dal quinto in giù), il 17,2% alle politiche 2018 e oggi, stando alle medie del sito Poll of Polls, il 16% alle europee del 2019.

Se i dati di Poll of Polls fossero confermati, il 26 maggio i primi quattro classificati avrebbero l’84% dei consensi dei votanti, esattamente come alle europee del 1984 (contro l’85% di quelle del 2014, sebbene con un’enorme differenza nei rapporti di forza fra i partiti). In altre parole, l’esposizione mediatica dei principali leader e l’esigenza di semplificazione avvertita dall’elettorato stanno creando un mercato “chiuso” nel quale chi ha un giorno il 40% può ritrovarsi al 18% (il Pd 2014-’18) e chi ha il 6% può salire verso il 30 (Lega).

Chi resta fuori, però, non si divide più il 30-35% dei voti come negli anni novanta e fino al 2006, ma appena il 15-16%. Se, come pare, il voto del 26 maggio confermerà la tendenza, il mutamento avviato nel 2008-2013 sarà consolidato.

By MentePolitica
Tags: elettoratoForza ItaliaLuigi Di MaioM5SMatteo SalviniPdSilvio Berlusconisondaggi
Articolo precedente

Spagna: nelle urne ‘vittoria dimezzata’ dei socialisti ma per il Governo la strada è in salita

Articolo successivo

Mef: boom di crescita dei redditi dei lavoratori autonomi

luca.tentoni

luca.tentoni

LabParlamento Consiglia

Pd / Barbati (civica Gualtieri): con Bonaccini per centrosinistra solido e competitivo
Politica

Pd / Barbati (civica Gualtieri): con Bonaccini per centrosinistra solido e competitivo

31 Gennaio 2023 17:00
Gli italiani hanno scelto. Chiamatela democrazia
Elezioni 2022

Gli italiani hanno scelto. Chiamatela democrazia

26 Settembre 2022 07:36
“Noi pochi, noi (in)felici pochi”: l’autoreferenzialità della campagna elettorale
Elezioni 2022

“Noi pochi, noi (in)felici pochi”: l’autoreferenzialità della campagna elettorale

02 Settembre 2022 06:00
Conte sfida Draghi a chi ce l’ha più duro (ma è solo un grande bluff)
Governo

Conte sfida Draghi a chi ce l’ha più duro (ma è solo un grande bluff)

04 Luglio 2022 06:59
Draghi e il circo delle pulci
Governo

Draghi e il circo delle pulci

01 Luglio 2022 08:14
Interviste / Rodolfo Baldassarri: un passato in politica, un presente da romanziere
Cultura

Interviste / Rodolfo Baldassarri: un passato in politica, un presente da romanziere

05 Giugno 2022 05:51
Articolo successivo
Mef: boom di crescita dei redditi dei lavoratori autonomi

Mef: boom di crescita dei redditi dei lavoratori autonomi

La classe media (non) va in paradiso

La classe media (non) va in paradiso

Le ultime da LabParlamento

La stangata dei tassi. La Fed e la Bce preparano l’assalto al costo del denaro

La stangata dei tassi. La Fed e la Bce preparano l’assalto al costo del denaro

3 Febbraio 2023
Rapporto CNEL: dopo la pandemia più attenzione alla salute pubblica e tanti problemi da risolvere

Associazione datoriali e Sindacati a confronto al CNEL: “Imprese e capitale umano sono uguali, ragionare da squadra”

2 Febbraio 2023
La polpetta avvelenata del Governo Draghi

Usic Carabinieri contro Tito Boeri, “se questi sono i dirigenti dello stato, prepariamoci al peggio”

1 Febbraio 2023
Facebook tagga utilizzando i dati biometrici. E scatta la class action

La piccola Repubblica di San Marino sbaraglia il gigante informatico Meta

1 Febbraio 2023
Pd / Barbati (civica Gualtieri): con Bonaccini per centrosinistra solido e competitivo

Pd / Barbati (civica Gualtieri): con Bonaccini per centrosinistra solido e competitivo

31 Gennaio 2023
Intercettazioni: il boss e la maestra

Intercettazioni: il boss e la maestra

30 Gennaio 2023
Unimpresa, calano i prestiti alle aziende

La circolare ‘omnibus’ dell’Agenzia delle Entrate illustra la tregua fiscale

29 Gennaio 2023
Troppo smartphone? Potrebbe scatenare allergia

Smartphone e bambini: 1 su 2 ce l’ha, il 99% è già online

27 Gennaio 2023
L’Intelligenza Artificiale e mondo del lavoro: dati e statistiche 

L’Intelligenza Artificiale e mondo del lavoro: dati e statistiche 

25 Gennaio 2023
Finanza sostenibile, la Bce mette in campo i nuovi indicatori

Finanza sostenibile, la Bce mette in campo i nuovi indicatori

25 Gennaio 2023
Modificare la realtà filmata dalle videocamere. Adesso sarà possibile (con buona pace della verità)

Modificare la realtà filmata dalle videocamere. Adesso sarà possibile (con buona pace della verità)

20 Gennaio 2023
Femminicidio, parla l’esperto: “serve una campagna di sensibilizzazione che parta dalle scuole”

Femminicidio, parla l’esperto: “serve una campagna di sensibilizzazione che parta dalle scuole”

18 Gennaio 2023
Mentre guidi l’auto ti ascolta (e riferisce tutto a Pechino)

Mentre guidi l’auto ti ascolta (e riferisce tutto a Pechino)

18 Gennaio 2023
Ucraina / Anche Google con l’Ucraina. In guerra con il Play Store

Google vara il politicamente corretto (e suggerirà quali parole scrivere)

16 Gennaio 2023
“Più sicurezza per gli autisti del Tpl”. La proposta del senatore leghista Manfredi Potenti

“Più sicurezza per gli autisti del Tpl”. La proposta del senatore leghista Manfredi Potenti

13 Gennaio 2023
LabParlamento

redazione@labparlamento.it

© 2022 LabParlamento è una testata giornalistica registrata al Tribunale di Roma con autorizzazione n. 3 del 13 gennaio 2021.
Direttore Responsabile: Daniele Piccinin.
Salvo accordi scritti, ogni forma di collaborazione è da considerarsi a titolo gratuito.

Nessun risultato
Visualizza tutti i risultati
  • Elezioni 2022
  • Politica
    • Governo
    • Parlamento
  • Economia
  • Giustizia
  • Società
    • Istruzione
    • Cultura
    • Ambiente
    • Sanità
    • Tech
  • Esteri
    • #Ucraina
    • Europa
    • Mondo
  • LabRoma
  • LabParlamento
    • Chi siamo
    • La redazione
    • Contatti

© 2022 LabParlamento è una testata giornalistica registrata al Tribunale di Roma con autorizzazione n. 3 del 13 gennaio 2021.
Direttore Responsabile: Daniele Piccinin.
Salvo accordi scritti, ogni forma di collaborazione è da considerarsi a titolo gratuito.