lunedì 27 Marzo, 2023
LabParlamento - Quotidiano di analisi e scenari politici
  • Elezioni 2022
  • Politica
    • Governo
    • Parlamento
  • Economia
  • Giustizia
  • Società
    • Istruzione
    • Cultura
    • Ambiente
    • Sanità
    • Tech
  • Esteri
    • #Ucraina
    • Europa
    • Mondo
  • LabRoma
  • LabParlamento
    • Chi siamo
    • La redazione
    • Contatti
Nessun risultato
Visualizza tutti i risultati
  • Elezioni 2022
  • Politica
    • Governo
    • Parlamento
  • Economia
  • Giustizia
  • Società
    • Istruzione
    • Cultura
    • Ambiente
    • Sanità
    • Tech
  • Esteri
    • #Ucraina
    • Europa
    • Mondo
  • LabRoma
  • LabParlamento
    • Chi siamo
    • La redazione
    • Contatti
Nessun risultato
Visualizza tutti i risultati
LabParlamento - Quotidiano di analisi e scenari politici
Nessun risultato
Visualizza tutti i risultati
Home Società Istruzione

La scuola è e resta un luogo sicuro per i bambini

Vittorio Lodolo D'Oria di Vittorio Lodolo D'Oria
23 Maggio 2021 06:10
in Istruzione, Società
Tempo di lettura: 6 minuti
A A
Condividi su TwitterCondividi su FacebookCondividi su WhatsappCondividi su Linkedin

Forse è il caso di fermarci a riflettere su scuola, famiglia, giustizia e loro ruolo ricorrendo a importanti e purtroppo funesti casi balzati agli onori della cronaca in questi giorni. Mi riferisco agli episodi che hanno determinato il decesso del piccolo Leonardo, precipitato per 13 metri nella tromba delle scale della scuola Pirelli di Milano, alla storia del piccolo Giuseppe, nella scuola di Cardito in provincia di Napoli, che talvolta si presentava in classe con evidenti lesioni cutanee perché picchiato dal patrigno, che poi nel 2019 lo uccise, come certificato dalla condanna all’ergastolo comminata dalla Corte d’Assise di Napoli. Penso, infine, agli innumerevoli procedimenti penali avviati per presunti maltrattamenti a scuola (PMS) da parte di alcune maestre. 

Una frettolosa lettura degli eventi porterebbe a concludere che i bambini sono a rischio proprio quando si trovano a scuola, perché maltrattati o non debitamente controllati. Che dire, infine, della magistratura chiamata a dirimere anche nella scuola episodi controversi come quelli in esame? Può davvero offrire una soluzione vera, soddisfacente ed equilibrata ai problemi della scuola? 

Altri articoli interessanti

I (troppi) paradossi della scuola

Il suicidio del professore di Licata non sia l’ennesimo “Milite Ignoto” della scuola 

Intervista a Fabrizio Quattrini, “vi spiego perchè è fondamentale l’educazione sessuale a scuola”

Ma andiamo per gradi e analizziamo singolarmente i casi in esame. Della morte di Leonardo sono state ritenute responsabili di omicidio colposo la collaboratrice scolastica e le due maestre per non aver compiutamente vigilato sul bimbo uscito dall’aula. Scrive Luigi Ferrarella sul Corriere della Sera dell’11 maggio: “Ci sono processi che devono essere fatti per forza, ma che tutti sanno essere perfettamente inutile che si facciano, essendo abissale la sproporzione tra la concatenazione di eventi che in una manciata di attimi determinarono una certa tragedia e la invece strutturale incapacità dello strumento giudiziario tanto di sanare le sofferenze di chi all’epoca l’abbia patita, quanto di lenire i sensi di colpa di chi ora se ne senta indicare formalmente responsabile”. 

Pensiero assolutamente condivisibile che è riconducibile a un solo termine: “fatalità”. Il processo ha dunque l’ingrato compito di trovare responsabili di una sciagura che appartiene al destino che impietoso si accanisce su deboli e forti, piccoli e grandi senza distinzione di sorta. Col senno di poi si può recriminare per non aver evitato ai bimbi il rischio di precipitazione, magari sistemandoli a pianterreno anziché ai piani alti, o posizionando apposite reti verticali o griglie lungo la tromba delle scale (ma quante scuole le hanno?). 

Diverso è il caso dello sfortunato bimbo di Cardito. Il dramma di Giuseppe nasce in seno a una famiglia sfasciata dove il nuovo compagno della madre spesso picchia il piccolo e alla fine arriva ad ammazzarlo di botte. Alle maestre viene imputato il fatto di non aver denunciato a chi di dovere le evidenti lesioni di cui l’alunno sarebbe stato portatore già da tempo. 

Posto che denunciare un simile fatto da parte delle maestre è assai delicato e a rischio di querela, poiché intrusivo della vita familiare e per giunta degradata, la scuola è ancora una volta chiamata a rispondere della incolumità dei piccoli non solamente nell’istituto scolastico. Stavolta il processo è in corso e non sappiamo ancora cosa decideranno i giudici nei confronti delle maestre accusate di non essere intervenute in una simile situazione di rischio (seppure avente indubbiamente origine all’interno delle mura domestiche) per il minore. 

Sappiamo che il rapporto scuola-famiglia dovrebbe contribuire a far crescere serenamente i bimbi, ma questo porta difficilmente frutto se la famiglia si sottrae al confronto e anzi nasconde una realtà impensata e inconfessabile. 

Vi sono, infine, i tantissimi procedimenti penali (oltre 250 in sei anni e aumentati di ben 14 volte) avviati nei confronti di maestre sospettate di aver maltrattato i loro piccoli alunni. Questi sono affatto differenti rispetto ai due casi precedenti: per numero, portata, conseguenze, luogo dove vengono/verrebbero consumati. 

Dal canto loro i PMS, se paragonati ai casi precedenti, sono smisuratamente numerosi (e curiosamente non trovano riscontro nei Paesi occidentali: possibile che le maestre violente – ci dobbiamo chiedere – siano esclusivamente italiane?), non comportano conseguenze fisiche di rilievo (assenza assoluta di certificazioni mediche riferibili a violenze di sorta) ma unicamente presunti danni psicologici per la cosiddetta “violenza assistita” che non richiede dimostrazione giuridica attraverso l’esibizione di certificati o perizie. 

Oltre il 90% dei PMS presenta indagini con audiovideointercettazioni (AVI) la cui durata oscilla dai 15 giorni ai tre mesi. Non va dimenticato che le centinaia di ore di filmati captati di nascosto sul lavoro (scuola) sono elaborate da inquirenti-non-addetti-ai-lavori (cioè digiuni di elementi di pedagogia, istruzione, educazione, sostegno alla disabilità di minori) che le selezionano, estrapolano, decontestualizzano e trascrivono spesso drammatizzandole (“la maestra intimidiva l’alunno col dito indice alzato e dicendogli: conto fino a tre!”). 

Le sentenze per ora emesse presentano condanne e assoluzioni ma l’impressione che la metodologia con cui sono condotte le indagini con le telecamere nascoste è quella di “privilegiare la ricerca della prova piuttosto che la prevenzione del reato” (Gherardo Colombo – intervista a Il Dubbio 26.06.2018). 

Altrettanto centrata la posizione del Tribunale del Riesame di Quartu che in un caso di PMS osservava che nell’utilizzo delle intercettazioni “…i singoli episodi non possono essere smembrati per ricavare dall’esame di ciascuno di essi la sufficiente gravità indiziaria…” e ancora che “gli episodi contestati alla maestra non integrano la soglia del penalmente rilevante ma esauriscono eventualmente la loro censurabilità in un procedimento disciplinare”. 

Posizione che ricalca esattamente quanto afferma la Suprema Corte di Cassazione: “In tema di maltrattamenti il giudice non è chiamato a valutare i singoli episodi in modo parcellizzato e avulso dal contesto, ma deve valutare se le condotte nel loro insieme realizzino un metodo educativo fondato sulla intimidazione e la violenza…” (Cass. Sez. 6 n. 8314 del 25.06.96). Possiamo, dunque, chiederci, a buona ragione, quanti giudici e avvocati avranno visionato per intero le centinaia di ore di AVI e quanti si saranno invece limitati a vedere i soli “progressivi” contestati che a loro volta sono stati esclusivamente selezionati da inquirenti non-addetti-ai-lavori che nulla sanno della professione di maestra. 

“Datemi sei righe scritte dal più onesto degli uomini e vi troverò un motivo per poterlo impiccare” diceva il cardinale Richelieu. Oggi i tempi sono cambiati e soprattutto si è evoluta la tecnologia. Non servono più le “sei righe” perché c’è molto di più: centinaia di ore di intercettazioni effettuate di nascosto dal buco della serratura cancellando, tra l’altro, il diritto alla riservatezza e l’art. 4 dello Statuto dei lavoratori. 

Chiunque troverebbe qualcosa da dire, rimproverare e condannare sull’operato professionale di una persona osservata a sua insaputa per tanto tempo. Questo, più o meno, quanto sta avvenendo con i casi di presunti di maltrattamenti a scuola che non hanno mai fatto registrare (pur essendo moltissimi) alcun episodio grave o di lesione fisica. Dinanzi a tale realtà e nei confronti di professioniste sprovvedute gettate in pasto alla pubblica gogna si registra il silenzio ipocrita di politica, istituzioni e sindacati. Meritano davvero questa fine le nostre maestre che hanno cresciuto intere generazioni? 

Scrive Dacia Maraini sul Corriere della Sera dell’11.05.21: “Qualsiasi denuncia o critica sui mali italiani finiva con la frase: ma lasciamo che la magistratura faccia il suo corso. Il Paese aveva fiducia nelle leggi e in chi le applicava. Fiducia commovente, che rimaneva diffusa nonostante le lunghezze dei tempi di applicazione”. Ebbene, nella scuola occorrono competenza e tempestività che solo addetti ai lavori quali dirigenti scolastici e docenti possono garantire. Qualsiasi ingerenza e invasione di campo dall’esterno con metodi impropri non causa altro che danni e impedimenti alla comunità scolastica e alla società tutta. 

A tutti gli effetti la scuola resta per i bimbi il luogo sicuro per eccellenza ma il fato e la famiglia possono determinare vere tragedie talora imprevedibili: riconoscere ciò equivale a rendere giustizia e merito a tutti gli insegnanti e al personale scolastico.

Per restare aggiornato con le news di LabParlamento segui il canale Telegram

Tags: famigliaScuola
Articolo precedente

Roma vista con gli occhi dello scrittore Francois Morlupi

Articolo successivo

“Prossima”, il cavallo di Troia del Pd per sfondare a sinistra

Vittorio Lodolo D'Oria

Vittorio Lodolo D'Oria

LabParlamento Consiglia

I (troppi) paradossi della scuola
Istruzione

I (troppi) paradossi della scuola

18 Marzo 2023 07:35
Il suicidio del professore di Licata non sia l’ennesimo “Milite Ignoto” della scuola 
Istruzione

Il suicidio del professore di Licata non sia l’ennesimo “Milite Ignoto” della scuola 

02 Marzo 2023 17:01
Intervista a Fabrizio Quattrini, “vi spiego perchè è fondamentale l’educazione sessuale a scuola”
Istruzione

Intervista a Fabrizio Quattrini, “vi spiego perchè è fondamentale l’educazione sessuale a scuola”

28 Febbraio 2023 15:26
Maltrattamenti in famiglia e a scuola: un confronto obbligato
Giustizia

Maltrattamenti in famiglia e a scuola: un confronto obbligato

09 Gennaio 2023 05:31
Presidi Andis al Mim: troppa rigidità su fondi Pnrr Scuola 4.0 
Istruzione

Presidi Andis al Mim: troppa rigidità su fondi Pnrr Scuola 4.0 

24 Dicembre 2022 06:28
I presidi Andis bocciano i partiti: nessuno interessato alla scuola
Elezioni 2022

I presidi Andis bocciano i partiti: nessuno interessato alla scuola

19 Settembre 2022 05:53
Articolo successivo
“Prossima”, il cavallo di Troia del Pd per sfondare a sinistra

"Prossima", il cavallo di Troia del Pd per sfondare a sinistra

Periferie dimenticate / Nel IX Municipio le proposte del Cdq Vigna Murata

Periferie dimenticate / Nel IX Municipio le proposte del Cdq Vigna Murata

Le ultime da LabParlamento

Lavoratori marittimi imbarcati nelle unità da diporto: soddisfazione per la stipula del Nuovo Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro

Lavoratori marittimi imbarcati nelle unità da diporto: soddisfazione per la stipula del Nuovo Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro

26 Marzo 2023
Categoria in crisi? La soluzione è nella tecnologia. Arrivano per questo gli avvocati 4.0

Categoria in crisi? La soluzione è nella tecnologia. Arrivano per questo gli avvocati 4.0

23 Marzo 2023
Mercato immobiliare, il 2023 annus horribilis

Mercato immobiliare, il 2023 annus horribilis

23 Marzo 2023
Assoconsult: “necessaria una regolamentazione della rappresentanza di interessi chiara e unitaria”

Assoconsult: “necessaria una regolamentazione della rappresentanza di interessi chiara e unitaria”

22 Marzo 2023
L’Italia e la Grecia al centro del traffico delle antichità 

L’Italia e la Grecia al centro del traffico delle antichità 

22 Marzo 2023
Roma celebra Shri Mataji: 100 eventi in 100 paesi del mondo

Roma celebra Shri Mataji: 100 eventi in 100 paesi del mondo

18 Marzo 2023
I (troppi) paradossi della scuola

I (troppi) paradossi della scuola

18 Marzo 2023
Libri, esce “Il non-manuale dell’operatore di Teatro Sociale”

Libri, esce “Il non-manuale dell’operatore di Teatro Sociale”

7 Marzo 2023
Fondo Conoscenza: alle imprese 4,5 milioni di euro per la formazione

Fondo Conoscenza: alle imprese 4,5 milioni di euro per la formazione

7 Marzo 2023
Il suicidio del professore di Licata non sia l’ennesimo “Milite Ignoto” della scuola 

Il suicidio del professore di Licata non sia l’ennesimo “Milite Ignoto” della scuola 

2 Marzo 2023
La realtà virtuale come supporto terapeutico per l’autismo 

La realtà virtuale come supporto terapeutico per l’autismo 

2 Marzo 2023
“Le molecole del Destino”: un cortometraggio sul Papilloma Virus

“Le molecole del Destino”: un cortometraggio sul Papilloma Virus

1 Marzo 2023
Roma, Digital marketing: il Master che forma Experience Manager

Roma, Digital marketing: il Master che forma Experience Manager

1 Marzo 2023
Giustizia / Da oggi separazioni e divorzi più semplici e veloci. I figli saranno sempre ascoltati

Giustizia / Da oggi separazioni e divorzi più semplici e veloci. I figli saranno sempre ascoltati

1 Marzo 2023
Malattie rare, #uniamoleforze: partecipazione attiva per migliorare qualità vita pazienti 

Malattie rare, #uniamoleforze: partecipazione attiva per migliorare qualità vita pazienti 

28 Febbraio 2023
LabParlamento

redazione@labparlamento.it

© 2022 LabParlamento è una testata giornalistica registrata al Tribunale di Roma con autorizzazione n. 3 del 13 gennaio 2021.
Direttore Responsabile: Daniele Piccinin.
Salvo accordi scritti, ogni forma di collaborazione è da considerarsi a titolo gratuito.

Nessun risultato
Visualizza tutti i risultati
  • Elezioni 2022
  • Politica
    • Governo
    • Parlamento
  • Economia
  • Giustizia
  • Società
    • Istruzione
    • Cultura
    • Ambiente
    • Sanità
    • Tech
  • Esteri
    • #Ucraina
    • Europa
    • Mondo
  • LabRoma
  • LabParlamento
    • Chi siamo
    • La redazione
    • Contatti

© 2022 LabParlamento è una testata giornalistica registrata al Tribunale di Roma con autorizzazione n. 3 del 13 gennaio 2021.
Direttore Responsabile: Daniele Piccinin.
Salvo accordi scritti, ogni forma di collaborazione è da considerarsi a titolo gratuito.