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Home Società Ambiente

Focus Europa: i punti principali della riforma ETS post 2020

Stefano Consonni di Stefano Consonni
07 Febbraio 2018 12:06
in Ambiente, Europa, Focus Europa: Energia e Ambiente
Tempo di lettura: 4 minuti
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Focus Europa: i punti principali della riforma ETS post 2020
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ETS, Efficienza energetica degli edifici, Finanza sostenibile

di Stefano Consonni

Per una volta un merito: l’Italia è campione europeo nella produzione di rinnovabili e nelle politiche per l’efficienza energetica. Lo dice uno studio del think-tank indipendente E3G (Third Generation Environmentalism). Il Paese ha un’intensità energetica inferiore del 18% rispetto alla media UE ed è il secondo produttore di rinnovabile in Europa.

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Passiamo ora alle tre news selezionate per voi:

  • Martedì 6 febbraio il Parlamento Europeo ha approvato con 535 voti a favore, 104 contrari e 39 astenuti la Riforma del Sistema ETS per il periodo post 2020. Nel testo approvato si richiede di: 1) accelerare la riduzione annua delle quote di emissioni messe all’asta (il cosiddetto “fattore di riduzione lineare”) del 2,2% dal 2021, ossia in aumento rispetto al 1,74% previsto attualmente (tale fattore sarà inoltre riesaminato, per aumentarlo ulteriormente, dal 2024); 2) raddoppiare la capacità della riserva di stabilità del mercato ETS, che serve a eliminare le quote di emissioni in eccesso sul mercato: una volta attivata, la riserva assorbirebbe fino al 24% delle quote in eccesso in ogni asta annuale, per i primi quattro anni, aumentandone il prezzo e incentivando di conseguenza la riduzione delle emissioni. Inoltre la Riforma prevede la creazione di due fondi per promuovere l’innovazione e stimolare la transizione verso un’economia a basse emissioni: 1) Un “fondo di modernizzazione” contribuirà a migliorare i sistemi energetici negli Stati membri a basso reddito. I deputati hanno approvato delle regole più severe per i finanziamenti UE, che non potranno più andare a progetti industriali alimentati a carbone, ad eccezione dei sistemi di teleriscaldamento negli Stati membri più poveri; 2) Un fondo per l’innovazione fornirà sostegno finanziario per i progetti sulle rinnovabili, la cattura e lo stoccaggio del carbonio e l’innovazione a basse emissioni. Il provvedimento mira inoltre a creare una protezione contro “rilocalizzazione delle emissioni di CO2”, ossia il rischio che le imprese possano delocalizzare la produzione al di fuori dell’Europa, in paesi con regole meno stringenti in materia di riduzione delle emissioni. I settori a più alto rischio riceveranno gratuitamente le loro quote ETS. I settori meno esposti riceveranno gratuitamente un 30% di quote in più. Il testo ritornerà ora al Consiglio per l’adozione formale prima di entrare in vigore.
  • Mercoledì 31 gennaio, gli ambasciatori UE hanno confermato l’accordo politico raggiunto tra la presidenza estone e il Parlamento europeo nel dicembre 2017 sulla versione rivista della Direttiva sull’efficienza energetica degli edifici. Proprio gli edifici oggi rappresentano il 40% del consumo totale di energia in Europa. Attraverso il miglioramento della normativa e l’introduzione dell’IoT l’Unione europea punta al raggiungimento degli obiettivi di efficienza energetica al 2030. La Direttiva incentiverà la ristrutturazione degli immobili e la decarbonizzazione dell’attuale parco immobiliare europeo, altamente inefficiente. La Direttiva promuoverà ristrutturazioni economicamente efficienti e introduce un indicatore intelligente per gli edifici, semplifica inoltre le ispezioni degli impianti di riscaldamento e di condizionamento d’aria e promuove la mobilità green mediante la creazione di posti auto per i veicoli elettrici. «La presidenza bulgara si compiace di essere pervenuta a questo risultato riguardo alla Direttiva sull’efficienza energetica degli edifici, che rappresenta una delle priorità del Consiglio. Il principio «l’efficienza energetica al primo posto” è un elemento essenziale dell’Unione dell’energia. Incentivare l’efficienza energetica degli edifici è uno dei modi più efficaci per migliorare la qualità di vita dei cittadini dell’UE, contribuendo alla realizzazione di un’economia a basse emissioni di CO2» ha dichiarato nel comunicato stampa Temenuzhka Petkova, ministro dell’energia della Repubblica di Bulgaria. L’approvazione da parte degli ambasciatori UE conferma l’accordo provvisorio raggiunto il 19 dicembre 2017 tra i rappresentanti della presidenza estone ed il Parlamento europeo. Dopo l’approvazione formale da parte del Consiglio e del Parlamento, la Direttiva sarà pubblicata nella Gazzetta ufficiale dell’UE ed entrerà in vigore venti giorni dopo. Il periodo di recepimento per questo atto legislativo è di 20 mesi.
  • Sempre il 31 gennaio, l’High-Level Expert Group della Commissione europea ha pubblicato una relazione contenente una serie di raccomandazioni strategiche per la creazione di un sistema finanziario a sostegno della green economy. La relazione stabilisce che per raggiungere gli obiettivi al 2030 fissati nell’accordo di Parigi, tra cui un taglio del 40% delle emissioni di gas ad effetto serra, l’UE dovrà investire 180 miliardi di euro in più l’anno. Il Gruppo di esperti ha identificato le sfide che l’UE dovrà affrontare per sviluppare una finanza sostenibile e per far sì che il settore finanziario possa riconnettersi all’economia reale per sostenere efficacemente la transizione verso un’economia più circolare e sostenibile. Il gruppo sostiene che riorientare i flussi di investimento in progetti sostenibili a lungo termine migliorerà anche la stabilità del sistema finanziario. Il rapporto propone: 1) un sistema di classificazione per fornire chiarezza al mercato su cosa sia «sostenibile»; 2) chiarire i doveri degli investitori per realizzare un sistema finanziario più sostenibile; 3) migliorare la divulgazione da parte delle istituzioni finanziarie e delle imprese su quanto la sostenibilità sia determinante nel loro processo decisionale; 4) istituire un marchio europeo per i fondi di investimento green. La Commissione intende ora, sulla base di tali raccomandazioni, finalizzare la strategia in materia di finanziamento con l’obiettivo di aiutare gli investitori sensibili allo sviluppo sostenibile ad investire in progetti e aziende coerenti con tali scopi. Secondo la Commissione, il settore finanziario avrà infatti un ruolo chiave nel raggiungimento degli obiettivi individuati a Parigi dalla COP 21.
Tags: Commissione UeParlamento Ue
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