domenica 3 Luglio, 2022
LabParlamento - Quotidiano di analisi e scenari politici
  • #Ucraina
  • Politica
    • Governo
    • Parlamento
  • Economia
  • Giustizia
  • Società
    • Istruzione
    • Cultura
    • Ambiente
    • Sanità
    • Tech
  • Esteri
    • Europa
    • Mondo
  • LabRoma
  • LabParlamento
    • Chi siamo
    • La redazione
    • Contatti
Nessun risultato
Visualizza tutti i risultati
  • #Ucraina
  • Politica
    • Governo
    • Parlamento
  • Economia
  • Giustizia
  • Società
    • Istruzione
    • Cultura
    • Ambiente
    • Sanità
    • Tech
  • Esteri
    • Europa
    • Mondo
  • LabRoma
  • LabParlamento
    • Chi siamo
    • La redazione
    • Contatti
Nessun risultato
Visualizza tutti i risultati
LabParlamento - Quotidiano di analisi e scenari politici
Nessun risultato
Visualizza tutti i risultati
Home Esteri

Catalogna: la sentenza del Tribunale Supremo rende irrinunciabile l’entrata in scena della politica

Andrea Spuntarelli di Andrea Spuntarelli
16 Ottobre 2019 13:08
in Esteri
Tempo di lettura: 4 minuti
A A
Catalogna: la sentenza del Tribunale Supremo rende irrinunciabile l’entrata in scena della politica

La sede della Generalitat (Governo regionale) della Catalogna, a Barcellona

Condividi su TwitterCondividi su FacebookCondividi su WhatsappCondividi su Linkedin

Altri articoli interessanti

Doppio gioco di Google sul diritto all’oblio: da una parte promette, dall’altra fa incetta di dati

Spagna: il patto Sánchez-Iglesias rompe lo stallo, ma l’instabilità rimane

Spagna: Pedro Sánchez perde la scommessa del voto, ancora più difficile la nascita di un Governo

Le condanne dei leader indipendentisti per sedizione e malversazione di fondi aumentano la frattura all’interno della società catalana e tra Madrid e Barcellona. Solo un dialogo di lungo periodo basato su concessioni reciproche potrà gettare le basi per la soluzione della crisi

di Andrea Spuntarelli

Al termine di 4 mesi di attesa (il dibattimento si era svolto dal febbraio al giugno scorsi) è arrivata la sentenza del Tribunale Supremo di Madrid nei confronti dei leader indipendentisti catalani, processati alla luce degli eventi che, tra settembre e ottobre 2017, portarono il Governo e il Parlamento di Barcellona a introdurre un ordinamento alternativo a quello spagnolo, celebrare un referendum di autodeterminazione ritenuto illegittimo dalla Corte Costituzionale e dichiarare (malgrado l’appoggio di meno di metà della popolazione) la secessione della Catalogna dal resto della Spagna.

Come si poteva immaginare, il verdetto arrivato nella giornata di lunedì 14 ottobre ha riportato sotto la luce dei riflettori e riaperto le ferite sociali legate a quella che, senza alcun dubbio, rappresenta la più grande crisi istituzionale dal ritorno di Madrid alla democrazia, ormai oltre quarant’anni fa. Nonostante i giudici del Tribunale Supremo non abbiano accolto le tesi della Procura e dell’accusa popolare (curiosamente rappresentata dal partito di destra radicale Vox) in merito al presunto verificarsi di una ribellione due anni fa, le condanne imposte per sedizione e malversazione di fondi pubblici sono state allo stesso modo dure: 9 dei 12 esponenti politici giudicati sono stati infatti condannati a pene di carcere comprese tra un minimo di 9 e un massimo di 13 anni, come toccato all’ex vicepresidente dell’Esecutivo catalano Oriol Junqueras.

La sentenza è stata accolta con estrema insoddisfazione dalle autorità barcellonesi, a partire dal presidente della Generalitat (ossia l’Esecutivo regionale) Quim Torra, le quali hanno parlato di “vendetta dello Stato autoritario spagnolo” e invitato apertamente i cittadini a scendere in piazza per protestare, contribuendo a dare luogo alle manifestazioni e ai blocchi che hanno interessato l’aeroporto di Barcellona, alcune autostrade e le linee dell’Alta velocità ferroviaria.

Al tempo stesso, l’epilogo del processo ha scontentato anche i settori più conservatori della magistratura e della politica spagnole, che hanno visto nella derubricazione dei fatti contestati da ribellione a sedizione (secondo i togati del Tribunale Supremo, la violenza non ha mai fatto parte in modo strutturale dei disegni degli indipendentisti) un ‘cedimento’ ispirato dal Governo centrale del socialista Pedro Sánchez, da tempo fautore di un dialogo nella cornice costituzionale con le istituzioni della regione.

Proprio le reazioni dei settori più radicali, tanto tra i fautori della secessione della Catalogna quanto tra i sostenitori di una risposta dura e permanente di Madrid alle sfide della Generalitat, permettono di comprendere che nell’immediato la sentenza non farà altro che allargare le distanze all’interno della società catalana, prostrata da anni di scontri steril che hanno messo l’uno contro l’altro moltissimi nuclei familiari e gruppi di amici, ed evidenziare la rottura tra milioni di cittadini e la comunità nazionale (quella spagnola) di cui fanno parte.

In altri termini, la soluzione alla crisi non poteva e non può venire dalle Aule dei Tribunali (cui d’altronde spetta nient’altro che l’applicazione delle leggi), ma soltanto dalla politica, che a questo punto non potrà continuare a venir meno al suo compito fondamentale: ricostruire ponti e garantire il dialogo tra avversari anche irriducibili, riconducendo i conflitti sociali nell’alveo dell’assetto istituzionale e normativo vigente.

Per raggiungere un obiettivo di questo genere saranno indispensabili compromessi sia a Barcellona che a Madrid, a partire dall’abbandono della via unilaterale da parte degli indipendentisti, i quali devono riconoscere che il progetto di imporre la secessione del loro territorio violando la Costituzione e ignorando il pluralismo della Catalogna è ormai fallito, e dalla presa d’atto della politica iberica che i milioni di persone che vogliono separarsi da quello che finora è stato il loro Paese non spariranno da un giorno all’altro.

La ricomposizione di una frattura di questo tipo richiederà tempi lunghi e altezza di sguardo da parte delle classi politiche e dirigenti interessate. In tal senso, non ha aiutato in questi anni e continua a non aiutare l’uso propagandistico che i partiti spagnoli e catalani hanno fatto fino ad adesso del dossier indipendenza, usato come arma di distrazione di massa in anni di crisi economica e scandali di corruzione di vario tipo.

Una strumentalizzazione, che conoscerà una nuova tappa nelle prossime settimane: il 10 novembre i cittadini iberici torneranno infatti ai seggi elettorali per la quarta volta in altrettanti anni, e non ci sarebbe da stupirsi se la campagna elettorale venisse contrassegnata (come sta già accadendo nelle ultime ore con i principali leader di Madrid: dal premier Sánchez al conservatore Pablo Casado, fino ad arrivare al liberale unionista Albert Rivera e al populista di sinistra Pablo Iglesias) da una corsa a mostrarsi più o meno inflessibili, a seconda delle convenienze elettorali, con gli attuali vertici dell’Amministrazione di Barcellona.

Poche cose potrebbero essere più dannose di assistere, nei prossimi mesi, a un’ulteriore politicizzazione della sentenza del Tribunale Supremo e delle sue possibili conseguenze (si pensi all’eventualità di concedere l’indulto ai leader condannati) o a uno sfruttamento del tema catalano per giustificare il prolungarsi dello stallo che rende impossibile in Spagna, dallo scorso mese di febbraio, la nascita di un Governo nel pieno dei propri poteri e che dovrebbe essere confermato dalle urne di domenica 10 novembre.

In definitiva, non sarà con estremismi di breve periodo che si potrà imboccare la strada della riconciliazione tra la comunità iberica e ampi settori della cittadinanza catalana, ma con una paziente e costante opera di ricucitura di cui, per il momento, non si intravedono le condizioni di base.

Tags: Albert RiveraCatalognaPablo CasadoPablo IglesiasPedro SanchezSpagna
Articolo precedente

Pagamenti elettronici, lotta all’evasione e tutela della privacy: una nuova trilogia che desta qualche dubbio

Articolo successivo

Dati Istat, Italia “sommersa dal sommerso”

Andrea Spuntarelli

Andrea Spuntarelli

LabParlamento Consiglia

Trasferimento dei dati europei negli Usa: c’è l’accordo
Mondo

Doppio gioco di Google sul diritto all’oblio: da una parte promette, dall’altra fa incetta di dati

23 Giugno 2022 06:00
Spagna: il patto Sánchez-Iglesias rompe lo stallo, ma l’instabilità rimane
Ambiente

Spagna: il patto Sánchez-Iglesias rompe lo stallo, ma l’instabilità rimane

08 Gennaio 2020 12:31
Spagna: Pedro Sánchez perde la scommessa del voto, ancora più difficile la nascita di un Governo
Esteri

Spagna: Pedro Sánchez perde la scommessa del voto, ancora più difficile la nascita di un Governo

12 Novembre 2019 13:39
Spagna: nulla di fatto per il Governo, si torna al voto il 10 novembre
Esteri

Spagna: nulla di fatto per il Governo, si torna al voto il 10 novembre

19 Settembre 2019 12:36
Spagna: i veti bloccano la nascita del Governo, parte il countdown per la ripetizione del voto
Esteri

Spagna: i veti bloccano la nascita del Governo, parte il countdown per la ripetizione del voto

29 Luglio 2019 13:15
Spagna: nelle urne ‘vittoria dimezzata’ dei socialisti ma per il Governo la strada è in salita
Esteri

Spagna: nelle urne ‘vittoria dimezzata’ dei socialisti ma per il Governo la strada è in salita

03 Maggio 2019 18:36
Articolo successivo
Dati Istat, Italia “sommersa dal sommerso”

Dati Istat, Italia “sommersa dal sommerso”

Facebook e quell’idea di criptofinanza così difficile da realizzare

Facebook e quell’idea di criptofinanza così difficile da realizzare

Le ultime da LabParlamento

MSF attacca l’UE: sterili promesse sull’equità globale dei vaccini

Sanità: gli esperti, rafforzare la campagna informativa per il vaccino antinfluenzale

3 Luglio 2022
Incendi in Italia / dossier Ispra, nel 2021 bruciati il triplo degli ettari del 2020

Incendi in Italia / dossier Ispra, nel 2021 bruciati il triplo degli ettari del 2020

2 Luglio 2022
Salute, il 6 luglio UNIAMO presenta l’VIII Rapporto MonitoRare

Salute, il 6 luglio UNIAMO presenta l’VIII Rapporto MonitoRare

1 Luglio 2022
Draghi e il circo delle pulci

Draghi e il circo delle pulci

1 Luglio 2022

Scuola: Presidi Andis contro Bianchi, sconcerto per iniziativa su contrasto a dispersione scolastica

1 Luglio 2022
Rai Pubblica Utilità, mostra Uffizi su Divina Commedia accessibile a ipovedenti

La Corte dei Conti bacchetta ‘mamma’ Rai: “eliminare perdite e sprechi”

30 Giugno 2022
A novembre la seconda edizione del libro “Augusto Ciuffelli: un umbro al servizio dello Stato”

A novembre la seconda edizione del libro “Augusto Ciuffelli: un umbro al servizio dello Stato”

30 Giugno 2022
Cartellino rosso dell’Antitrust a Google: l’app di Enel X dovrà stare sul playstore

Cartellino rosso per Google Analytics: trasferisce dati negli USA (e non si può) 

29 Giugno 2022
Amministrative 2022 / Dove nasce l’inevitabile trionfo (senza meriti) del Pd

Amministrative 2022 / Dove nasce l’inevitabile trionfo (senza meriti) del Pd

28 Giugno 2022
Si può commettere un reato nel Metaverso (senza andare in galera)?

Nel Metaverso tutto fa business, persino i vestiti all’ultima moda

27 Giugno 2022
Scuola: Presidi Andis, stop a sedi in reggenza. La Camera approvi norma su incarichi a dirigenti scolastici

Scuola: Presidi Andis, stop a sedi in reggenza. La Camera approvi norma su incarichi a dirigenti scolastici

26 Giugno 2022
Ponza e il progetto Isole verdi 

Ponza e il progetto Isole verdi 

26 Giugno 2022
Intervista a F. De Palo: La crisi? Non solo bellica, sull’energia si costruirà il nuovo ordine mondiale

Intervista a F. De Palo: La crisi? Non solo bellica, sull’energia si costruirà il nuovo ordine mondiale

26 Giugno 2022
La giunta Gualtieri rifà il look a nidi e scuole dell’infanzia

Il questionario della vergogna alle famiglie romane con disabili ritirato (senza scuse) da Gualtieri

25 Giugno 2022
Libri / Presentato a Roma “Conflitto in Ucraina: rischio geopolitico, propaganda jihadista e minaccia per l’Europa” 

Libri / Presentato a Roma “Conflitto in Ucraina: rischio geopolitico, propaganda jihadista e minaccia per l’Europa” 

25 Giugno 2022
LabParlamento

redazione@labparlamento.it

© 2022 LabParlamento è una testata giornalistica registrata al Tribunale di Roma con autorizzazione n. 3 del 13 gennaio 2021.
Direttore Responsabile: Daniele Piccinin.
Salvo accordi scritti, ogni forma di collaborazione è da considerarsi a titolo gratuito.

Nessun risultato
Visualizza tutti i risultati
  • #Ucraina
  • Politica
    • Governo
    • Parlamento
  • Economia
  • Giustizia
  • Società
    • Istruzione
    • Cultura
    • Ambiente
    • Sanità
    • Tech
  • Esteri
    • Europa
    • Mondo
  • LabRoma
  • LabParlamento
    • Chi siamo
    • La redazione
    • Contatti

© 2022 LabParlamento è una testata giornalistica registrata al Tribunale di Roma con autorizzazione n. 3 del 13 gennaio 2021.
Direttore Responsabile: Daniele Piccinin.
Salvo accordi scritti, ogni forma di collaborazione è da considerarsi a titolo gratuito.