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Home Cultura

Non c’è solo Pompei. Ecco tesori dell’archeologia meno conosciuti

Andrea Gualchierotti di Andrea Gualchierotti
04 Marzo 2021 20:01
in Cultura
Tempo di lettura: 3 minuti
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Non c’è solo Pompei. Ecco tesori dell’archeologia meno conosciuti

Lucus Feroniae: was an ancient sacred grove dedicated to the Sabine goddess Feronia. It was located in Etruria, across the ancient Via Tiberina. Now is in Capena near Rome, Italy

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Grande meraviglia e altrettanto interesse ha suscitato nei giorni scorsi il ritrovamento a Pompei di un carro da parata splendidamente decorato. Esemplare forse unico, fortunatamente scampato al saccheggio dei tombaroli, il veicolo aveva una destinazione d’uso incerta, forse da attribuire a cerimonie nuziali, viste le raffigurazioni a tema erotiche che ne arricchiscono i bronzi.
Nella sua eccezionalità però, simili ritrovamenti – non inconsueti nelle ultime stagioni di scavo, decisamente fortunate – rischiano di oscurare altri tesori la cui bellezza non è inferiore, e che godono però di una notorietà ben più ristretta, arrivando difficilmente al grande pubblico.
Emblematico è l’esempio della grande statua bronzea del cesare Germanico, ritrovata nella cittadina di Amelia in Umbria nei primi anni 60’, e lì esposta. Tanto l’opera che il personaggio rappresentato, meritano infatti di essere riscoperti, e bene ha fatto – nel corso del 2019 – il locale museo archeologico a predisporre l’iniziativa del “Bimillenario Germanico”, una mostra dedicata allo sfortunato principe dei Giulio-Claudi.
Bisnipote di Augusto, console a 28 anni e vendicatore della tristemente famosa disfatta di Teutoburgo, Germanico (il cui vero nome, prima di prendere il soprannome derivante dalle sue imprese nordiche, era Druso Claudio Nerone) giunse davvero, in vita, “a un passo dall’impero”. E se ai tempi questa opportunità gli fu negata da una morte prematura su cui gravò fin dall’inizio il sospetto di un avvelenamento, il grande bronzo scoperto ad Amelia ci aiuta a immaginare quale gloria avesse raggiunto il principe anche senza godere degli allori imperiali.
Alto nel complesso oltre due metri, simile nell’impostazione alla statua più nota del bisnonno (il famoso Augusto di Prima Porta), il ritratto di Germanico è uno dei rari bronzi giuntici praticamente interi dall’età antica. Si suppone, con qualche ragione, che sia l’armatura quanto il resto della statua fossero in origine dorati, come spesso avveniva per le sculture dei personaggi della famiglia imperiale. Il braccio destro è sollevato per chiedere silenzio prima di un’orazione, la corazza raffigura Achille impegnato in un duello. Lungo il fianco sinistro, l’erede di Augusto regge poi una lancia rivolta verso il basso, segno che la forza delle armi è ponderata e pacificata.
Nella sua severe bellezza, dunque, il reperto di Amelia è indicativo di quanti tesori poco noti siano conservati nelle tante località d’Italia, sebbene magari lontane dai circuiti del turismo internazionale. Non solo singole opere, però. I luoghi stessi meritano di essere riscoperti e adeguatamente valorizzati. Un caso per tutti, Lucus Feroniae.
Sarà perché Roma, con la sua grandezza, cannibalizza facilmente le altre attrazioni del turismo archeologico, ma siti come quello dell’antica città sabina, situato a pochi km a Nord Est della capitale, restano ancora perle parzialmente sconosciute.
Sede fin dai tempi dei Re di Roma di un famoso santuario dedicato alla misteriosa dea italica da cui prende il nome – Feronia – la cittadina appare oggi come una vera e propria seconda Pompei in miniatura, con le sue strade lastricate, i resti dell’anfiteatro, il foro con la basilica, le terme, e la vicina Villa dei Volusii, sfarzosa dimora patrizia arricchita di splendidi mosaici. Anche qui poi – quasi in un ideale rimando col Germanico bronzeo appena citato – è possibile osservare nel museo locale tutta una serie di ritratti marmorei di vari personaggi della famiglia Giulio-Claudia. Visitare tali meraviglie è semplicissimo: basta raggiungere Capena, appena fuori Roma, non occorre neanche prenotare. E gli esempi potrebbero continuare. La meravigliosa Alba Fucens, in Abruzzo. Le rovine di Carsulae, nel ternano, non lontano da San Gemini. Il tempio di Ercole a Tivoli, con i suoi marmi.
Insomma, se i grandi ritrovamenti accendono in molti lo stupore e il desiderio di saperne di più sui tesori storico archeologici d’Italia, in molti casi non è necessario andare lontano per soddisfare la fame di cultura. Persino in tempi in cui i viaggi fra regioni sono vietati per l’emergenza Covid, le opportunità sono a portata di mano. Un click on line, e scoprirete che anche la vostra zona trabocca di meraviglie antiche da scoprire!

Tags: Bimillenario Germanicocesare Germanicodisfatta di Teutoburgoreperto di Amelia
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