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Home Società Ambiente

Professionisti per l’Italia: 11 proposte per un’Italia moderna

Stefano Bruni di Stefano Bruni
21 Febbraio 2018 10:03
in Ambiente, Società
Tempo di lettura: 4 minuti
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Professionisti per l’Italia: 11 proposte per un’Italia moderna
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23 ordini, oltre 2 milioni di aderenti: presentato il progetto comune

di Stefano Bruni

“Rendere l’Italia un Paese moderno” è il messaggio che questa mattina, sotto la guida di Marina Calderone (Cup – Comitato unitario delle professioni) e Armando Zambrano (Rtp – Rete delle professioni tecniche), i ‘Professionisti per l’Italia’ manderanno al mondo della politica. L’evento è in programma per la mattinata di oggi a Roma Eventi Piazza di Spagna.

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Una modernizzazione, quella che si propone, che passa per ben 11 punti, discussi e sottoscritti da tutti gli ordini professionali aderenti al Cup e a Rpt.

Il primo punto sottolinea la necessità di “Garantire la salute ed il benessere dei cittadini” con politiche di welfare integrato ed allargato, politiche e interventi finalizzati a creare habitat e contesti urbani vivibili e inclusivi.

Una giustizia lenta è un’ingiustizia, è il titolo del secondo punto, ma anche un’affermazione convinta dei professionisti.

“Per affrontare e superare questo problema” – dicono – “occorre rilanciare con convinzione e pochi indugi il ruolo di alcuni istituti che, seppur già presenti nell’ordinamento, non vengono opportunamente adoperati, con lo scopo di semplificare l’attuale azione giudiziaria e garantire, così, la legalità in tempi brevi”. Spazio quindi alla mediazione e alla revisione del sistema successorio.

Per avere invece “Più servizi pubblici di qualità” la ricetta è “la sussidiarietà per rendere efficiente la Pubblica Amministrazione”.

E l’ingrediente principale della ricetta è dare seguito a quanto recentemente codificato in materia di sussidiarietà fra Stato e professionisti attraverso la Legge 81/2017 (cd Jobs act del lavoro autonomo), attuando la normativa ed individuando ed estendendo le pratiche più qualificate. Solo questo? Certo che no. Occorre inoltre semplificare il fisco intervenendo sull’antiriciclaggio, sulla premialità per l’adozione della fattura elettronica e sul rispetto dello Statuto del contribuente.

Allargare la base occupazionale, incentivare il lavoro, rafforzare i sistemi di previdenza per i lavoratori è il quarto punto proposto dai Professionisti per l’Italia che, tradotto in atti concreti, vuol dire “attuare politiche che incentivino l’ingresso e la permanenza nel mercato del lavoro attraverso sgravi fiscali e contributivi per le imprese e ulteriore riduzione del cuneo fiscale nel caso del lavoro dipendente attraverso una riforma della fiscalità del lavoro e dei relativi meccanismi di riscossione delle imposte”. Ma vuol dire anche, per i giovani che intendono intraprendere il lavoro autonomo, “poter usufruire delle misure di incentivo previste in ambito nazionale e regionale dai programmi europei PON e POR”.

E poi ancora, incentivare i fondi di previdenza integrativa di categoria e assicurare l’autonomia delle Casse di previdenza nel determinare la rivalutazione dei contributi versati dagli iscritti.

Al punto 5, invece, si suggerisce di pianificare gli investimenti orientandoli al miglioramento della qualità della vita, al rispetto del territorio e dell’ambiente, alla creazione di nuova e migliore occupazione, al sostegno di chi si trova, o rischia di trovarsi, in condizioni di marginalità economica e sociale.

Diritto universale alla connessione e disponibilità a cittadini, Istituzioni, imprese e professionisti del patrimonio di dati di cui dispone la P.A. sotto forma di “Open Data” sono invece i capisaldi del punto 6, dedicato alla “rivoluzione digitale del Paese”.

Il punto 7 (Una formazione di qualità) invece, passa per il rilancio degli Istituti tecnici superiori (ITS) e per la formazione continua, considerata tra l’altro premessa per il reinserimento nel mercato del lavoro

Investire sui paesaggi identitari, sul patrimonio agroalimentare, oltre che sul capitale naturale e culturale, sono le azioni che i professionisti prevedono per Valorizzare e tutelare il patrimonio ambientale, paesaggistico e culturale per nuovi percorsi di crescita (punto 8) e che rappresenterebbero un’opportunità per aprire spazi occupazionali e di innovazione, conservando sempre un’ottica di sostenibilità e tutela delle risorse disponibili. Fondamentale poi, in questo ambito, il “geo-turismo”, strumento con cui favorire la conoscenza e la valorizzazione anche di aree marginali del territorio

La “rigenerazione urbana”, la riqualificazione e la sostenibilità  delle città del futuro sono invece alcuni dei temi centrali trattati nel punto 9, intitolato Rigenerare le città, curare le periferie urbane, valorizzare e tutelare il patrimonio edilizio per una migliore qualità della vita

“L’agricoltura, l’arboricoltura e la selvicoltura urbana, con produzione di cibo e servizi ecosistemici e la valorizzazione dei Corridoi Ecologici Fluviali e Ambientali diventano” – si dice –

componenti fondamentali per perseguire gli obiettivi di riqualificazione in chiave sostenibile.

“Il Paese sconta l’assenza di una gestione integrata del rischio, inteso solo nella sua dimensione emergenziale e non ordinaria; la carenza di una cultura manutentiva così come di un’educazione alla sicurezza che, a partire dalla scuola, consenta di creare quel sostrato di conoscenza e attenzione diffusa necessaria a favorire comportamenti orientatati alla prevenzione.

Occorre, per questo, incentivare e diffondere una migliore gestione e mitigazione del rischio. Valorizzando in tutti gli ambiti ed i settori di attività una migliore conoscenza delle fonti di rischio (variabilità, ambiti, valutazione dell’entità, incidenza dei fattori) e favorendo, anche con incentivi, l’attività di prevenzione tramite monitoraggi, verifiche, indagini, ricerche, controlli puntuali sul territorio e attività di manutenzione”. È questa la formula proposta dai Professionisti per l’Italia per garantire la Gestione del rischio, gestione della sicurezza, tutela della salute, richiamata al punto 10.

Infine, con il punto 11, si è inteso dare indicazioni circa la necessità di “Modernizzare la rappresentanza degli interessi, rendere più efficiente ed efficace il ruolo degli Ordini professionali”, sottolineando che “appare essenziale mantenere lo status giuridico di “enti pubblici”, che non gravano sul bilancio dello stato, e pensare ad una riorganizzazione del sistema ordinistico con strutture integrate che conducano alla individuazione di un soggetto unitario di rappresentanza”.

Insomma, per dirla con le parole dei “Professionisti per l’Italia”: “Possiamo tornare a crescere e l’Italia può divenire un Paese moderno se tutti, nessuno escluso, contribuiscono a definire obiettivi credibili.”

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Tags: Elezioni Politiche
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