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Home Approfondimenti

Demografia, allarme Istat: gli italiani diminuiscono (ma soprattutto invecchiano)

Stefano Bruni di Stefano Bruni
30 Gennaio 2019 19:38
in Approfondimenti, Europa, Società
Tempo di lettura: 3 minuti
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Demografia, allarme Istat: gli italiani diminuiscono (ma soprattutto invecchiano)
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Popolazione ridotta di 93.413 unità nel periodo gennaio – settembre 2018. Il contributo più significativo da parte delle donne, delle regioni del sud e delle Isole. Cresce solo la popolazione dell’ Italia Nord – orientale. Germania, Francia, Spagna non sono molto lontane da noi. Invecchiamento della popolazione il problema del futuro

di Stefano Bruni

60.390.560 è l’ultimo numero pubblicato dall’Istituto Nazionale di Statistica a proposito della popolazione residente in Italia. Il dato, reso noto il 30 gennaio scorso, si riferisce alla consistenza demografica dell’Italia alla fine di settembre 2018.

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Detto così dice poco. Anche perché più o meno tutti sanno che in Italia ci sono circa 60 milioni di persone. Ma basta “scavare” un po’ tra i numeri dell’Istat per scoprire cose molto utili ed interessanti.

Anzitutto, la popolazione italiana diminuisce, anche se non in modo drastico. La contrazione, tra gennaio e settembre 2018, è stata infatti di 93.413 unità.

A questa contrazione hanno dato un contributo maggiore le donne ( – 67.586) e soprattutto il Sud Italia e le isole.

Le regioni meridionali, che ospitano circa 14 milioni di cittadini, hanno infatti registrato una riduzione della popolazione pari a 44.142 unità (circa la metà della contrazione totale del periodo gennaio – settembre 2018). Le isole, abitate da poco più di 6 milioni di persone, hanno invece perso 27.761 unità. Anche le altre ripartizioni territoriali però non hanno brillato, eccezion fatta per quella dell’Italia Nord – orientale dove la popolazione, sempre nel medesimo periodo di riferimento, è aumentata di quasi 8 mila unità (7.648 per l’esattezza).

Da cosa dipendono questi dati non proprio confortanti? Il problema è che coloro che muoiono (475.248) sono molti di più di quelli che nascono in Italia (327.463).

Il cosiddetto “Saldo migratorio e per altri motivi” (cioè la differenza tra il numero degli iscritti ed il numero dei cancellati dai registri anagrafici dei residenti per trasferimento di residenza e per altri motivi) ha dato un piccolo contributo, ma non in modo sufficiente da evitare il segno meno all’altro saldo, quello demografico del periodo gennaio – settembre 2018 dell’Italia.

Certamente, dunque, c’è un problema in Italia, peraltro ben noto all’opinione pubblica e anche alla classe politica: si fanno pochi figli. Conseguenza è che l’età media della popolazione aumenta e la famosa “piramide delle età” cambia forma.

Ma se questo tema è conosciuto dai più, quello che meno si sa è che negli altri Paesi Europei più vicini a noi, le cose non sono molto diverse, anzi.

In Germania, per esempio, la popolazione residente è di 82,2 milioni, in Francia 66,7 e in Spagna 46,4 milioni.

In rapporto al territorio, oggi vi sono 201 abitanti per kmq in Italia e 230 in Germania, mentre la densità è molto minore in Francia e Spagna, rispettivamente pari a 122 e 92 abitanti/kmq.

La crescita demografica complessiva dall’unità d’Italia ad oggi, poi, nel nostro Paese è stata del 130% e in Germania del 116%, contro appena il 78% Francia e ben il 205% in Spagna.

Quello che è cambiato, come si diceva, sono i fattori sottostanti lo sviluppo demografico e la struttura per età della popolazione. Così, in Italia, l’età mediana è salita da circa 24 anni nel 1861 a poco meno di 30 anni nel 1950, fino a oltre 45 anni oggi, come in Germania.

E secondo le previsioni demografiche internazionali, questo dato salirà ulteriormente nei decenni a venire e su questo è fondamentale porre la massima attenzione, da parte di tutti.

Tags: Istatpopolazione
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