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Anche l’ospedale San Giovanni finisce ostaggio dei cantieri del Giubileo 

Redazione LabParlamento di Redazione LabParlamento
14 Febbraio 2025 19:35
in LabRoma
Tempo di lettura: 4 minuti
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Anche l’ospedale San Giovanni finisce ostaggio dei cantieri del Giubileo 
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A cura di Ivo Camicioli, delegato sindacale

Che i cantieri per il Giubileo siano l’incubo dei romani non è più una notizia. Roma è paralizzata da mesi nonostante i proclami del sindaco Gualtieri che, caschetto di ordinanza in testa, fa quotidianamente sui social. Ma che l’accesso a uno degli ospedali più importanti e centrali della Capitale sia ostacolato da tempo da una sorta di muro di Berlino, per consentire dei lavori di rifacimento del manto stradale, grida vendetta. E ci porta a pensar male, anche se a pensar male si fa peccato e nell’anno giubilare non si dovrebbe.

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Che la consegna delle piazze attigue alle basiliche in cui si apriva la Porta Santa sia stata soltanto una vetrina? Ma una struttura ospedaliera come il San Giovanni non merita la stessa attenzione e un’accelerazione dei lavori del cantiere proprio a ridosso del nosocomio?

Cantiere che ha provocato la chiusura di via di Santo Stefano Rotondo, strada che collega piazza San Giovanni in Laterano con il Celio. Ebbene, questa chiusura taglia completamente l’ospedale San Giovanni a metà. Come dicevamo, una sorta di muro di Berlino che impedisce ai pazienti di circolare all’interno del complesso ospedaliero.

Facciamo chiarezza per chi non conosce la zona. L’azienda ospedaliera San Giovanni Addolorata si trova al centro di Roma ed è costituita da un complesso di presidi che occupano l’area compresa tra piazza San Giovanni in Laterano e il Celio. L’ospedale San Giovanni è il blocco principale. La parte più antica risale all’epoca medievale, mentre quella più nuova è stata costruita verso la metà del secolo scorso.

Proseguendo verso il Celio si arriva al Presidio Addolorata, un vecchio ospizio realizzato dai conti Cerasi e oggi trasformato nel Polo Oncoematologico. Più avanti ancora troviamo il Presidio Britannico, ex clinica Calvary Hospital, acquistato dal Presidente della Regione Francesco Storace nel 2001 e trasformato ora in un polo oculistico di eccellenza. L’area degli ambulatori è denominata Santa Maria e si affaccia su Via Merulana e su via di San Giovanni in Laterano.

Il San Giovanni Addolorata è un ospedale del centro storico e per questo ricopre un ruolo strategico. È il punto di riferimento di moltissimi pazienti che vengono da ogni zona di Roma e anche da altre regioni.

Ma oggi questa azienda ospedaliera è divisa come Berlino ai tempi della guerra fredda. Il Comune di Roma ha deciso infatti di aprire il cantiere per il rifacimento del manto stradale di Via di Santo Stefano Rotondo chiudendo completamente la strada. 

I lavori sono iniziati il 2 settembre con il rifacimento del primo tratto e con l’inizio della realizzazione del tratto successivo la strada è stata chiusa completamente e della fine dei lavori non si vede traccia. Di che lavori stiamo parlando? Semplicemente della messa in posa dei sampietrini in un tratto di circa duecento metri. Mesi di lavoro per rifare il selciato. Gli antichi romani realizzavano opere monumentali in tempi assai più rapidi con mezzi assai più modesti. Ma tant’è. 

Ma quali sono i reali disagi per i cittadini? Qui il problema non riguarda solo i turisti o coloro che devono recarsi al lavoro, ma coinvolge i pazienti. Persone anziane, spesso con problemi di deambulazione, che con i mezzi pubblici arrivano a Piazza San Giovanni per recarsi presso i servizi dell’Addolorata e del Britannico. Romani e non che faticosamente si apprestano a percorrere a piedi il tratto di strada che porta in oculistica o in oncologia per fare visite o controlli e trovano il passaggio chiuso. 

Disorientati e disperati chiedono informazioni e scoprono che per arrivare a destinazione devono passare da via dei Santi Quattro Coronati, risalire dal Celio e rientrare a Via di Santo Stefano Rotondo fino a raggiungere i presidi Addolorata e Britannico. Un giro lunghissimo. Nessuna informazione, nessun aiuto, solo la disperazione per la difficoltà di camminare così a lungo con il rischio di arrivare in ritardo all’appuntamento o di non arrivare affatto. 

Anche per chi viene con l’automobile i disagi non sono pochi. Occorre fare il giro da Via dell’Amba Aradam, salire verso il Celio per entrare all’Addolorata attraverso via di Santo Stefano Rotondo. Un percorso infernale che si incrocia con il traffico locale e con il flusso dei dipendenti che devono recarsi al lavoro. Una volta arrivati, impossibile trovare parcheggio. 

Anche per i lavoratori dell’azienda ospedaliera i disagi sono enormi. Anche per spostarsi a piedi tra i vari servizi sono costretti a percorrere il corridoio attraverso l’Ospedale Militare con notevoli difficoltà. Il parcheggio poi risulta sempre congestionato e per trovare posto occorre arrivare all’alba. Disagi inaccettabili per i pazienti fragili e anziani.

Disagi enormi per i dipendenti.

L’ospedale certo non verrà immortalato nelle foto ricordo dei turisti che visiteranno Roma per il Giubileo come Castel Sant’Angelo ma questa sorta di “muro di Berlino” lo abbattiamo o aspettiamo il prossimo Anno Santo?

Tags: Giubileo 2025
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